Trapani spalanca le porte alla XXXIV Rassegna del Mare, organizzata da Mareamico con il sostegno dell’Assessorato dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale e della pesca mediterranea della Regione Siciliana, del FEAMPA, dell’Unione Europea e in collaborazione con Generazione Mare, la rassegna si svolge con il patrocinio: del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati; del Ministero della Difesa; del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste; del Ministero del Turismo; dell’ENEA; e del CNR, confermandosi un appuntamento di riferimento per il dibattito sul mare come risorsa ambientale, economica e culturale a livello internazionale. Ad inaugurare il 24 ottobre la sessione ufficiale, i saluti istituzionali di alcune tra le figure chiave coinvolte nell’organizzazione dell’evento dedicato a “Il futuro del mare: opportunità e sfide”, con una mattinata all’insegna del dialogo e della consapevolezza.  Il primo intervento è stato affidato al presidente di Mareamico, on. Roberto Tortoli, che ha rivolto un messaggio particolarmente sentito ai numerosi studenti presenti, sottolineando l’importanza di «capire, apprezzare e approfondire le tematiche ambientali» con particolare riferimento al mare, cuore pulsante della Sicilia. È poi intervenuto il sindaco di Trapani, dr. Giacomo Tranchida, che ha posto l’accento sulla necessità di trovare un punto d’incontro tra innovazione e tutela: uno sviluppo sostenibile che sappia integrare l’eolico offshore con la salvaguardia ambientale, senza tradire la storia, la cultura e l’identità delle comunità costiere. Una riflessione che tocca le radici profonde del Mediterraneo, dove la pesca, il turismo costiero e persino la cucina  (con il cous cous definito “monumento gastronomico e culturale”) raccontano il legame viscerale tra uomo e mare. A seguire, il prof. Leonardo Damiani, presidente del Comitato Scientifico di Mareamico, ha sollevato una riflessione provocatoria chiedendo alla platea: «Noi amiamo davvero il mare?»  Godiamo della sua bellezza, dei suoi frutti, della sua forza evocativa, ma, ha ricordato, in ogni relazione sana serve reciprocità.  Spesso, ha detto, si è dato peso alla sostenibilità finanziaria trascurando quella ambientale, abusando delle risorse marine senza una reale prospettiva di tutela.  Damiani ha infine richiamato l’impegno storico di Mareamico per la creazione del Ministero del Mare, auspicando l’assegnazione di nuove deleghe mirate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio traboccante di risorse. Tra i temi toccati nei saluti istituzionali, un richiamo forte e diretto è stato dedicato anche alla fragilità delle nostre coste, sempre più esposte a fenomeni di erosione e all’innalzamento del livello del mare. L’avv. Daniela Addis, intervenuta in rappresentanza di Generazione Mare, ha sottolineato come fosse stato previsto un piano per la difesa delle coste, rimasto però inattuato. «Le previsioni sui rischi erano note – ha affermato – ma sono rimaste sulla carta. È arrivato il momento di domandarci perché». A questo si è aggiunta una proposta dal forte valore politico e simbolico: riconoscere al Mediterraneo una personalità giuridica, seguendo il modello del Mar Menor in Spagna. Un tale riconoscimento darebbe al nostro mare lo status di soggetto di diritto, consentendo azioni legali e politiche concrete per difendere la sua biodiversità e garantire maggiore rappresentanza nelle scelte ambientali europee. Un passo in avanti per tutelare davvero ciò che, troppo spesso, si dà per scontato. In collegamento online, è intervenuto anche Stefano Laporta, presidente dell’ISPRA, che ha voluto sottolineare il ruolo fondamentale della ricerca scientifica italiana nello studio degli ecosistemi marini. Un patrimonio naturale ancora in larga parte inesplorato, ma cruciale per comprendere le dinamiche ambientali ed economiche che influenzano profondamente un Paese come l’Italia, strettamente legato al mare. Il dr. Laporta ha ribadito come la sostenibilità non debba essere vista come un freno, bensì come una leva strategica per la competitività: investire nella tutela degli habitat marini, nell’innovazione tecnologica e in pratiche responsabili nei settori della pesca, del turismo e dei trasporti significa generare valore, occupazione e sviluppo duraturo.