XXXI Rassegna del Mare
– SALVAGUARDIA DELLE RISORSE BIOLOGICHE E BLUE ECONOMY –
GALLIPOLI (Galleria dei due Mari e Hotel Bellavista Club)
 
 
Tavola Rotonda “FEAMPA 2021-2027: Prospettive e opportunità della nuova programmazione a favore della filiera ittica pugliese” (Gallipoli, 8 ottobre 2022).
 
 
 
 
 
 
La tavola rotonda è stata presieduta dal Responsabile del Servizio Feamp della Regione Puglia, Aldo Di Mola, che ha presentato il quadro di riferimento della filiera pesca nella Regione Puglia che con oltre 800 km di coste e molte attività di pesca, maricoltura e trasformazione di prodotti ittici ha un ruolo importante tra le attività economiche pugliesi e nazionali.
 
 
Un’ampia informazione sulle problematiche produttive e ambientali delle due lagune di Lesina e Varano ha aperto le presentazioni. Sono state ricordate le variazioni ambientali che hanno interessato le due lagune con le conseguenze sulle attività economiche che hanno avuto importanti cambiamenti nel tempo.
 
Attualmente la molluschicoltura ha una notevole importanza con coltivazioni di vongole filippine, di mitili e più recentemente con esperienze di coltivazione di ostriche. Le prospettive sono interessanti e vanno in parallelo al mantenimento di condizioni ambientali idonee, legate in particolare agli afflussi di acque dolci da terra e dal mantenimento di un buon collegamento con le acque marine.
 
La situazione delle risorse marine presenti nella parte adriatica e ionica pugliese è stata sviluppata sulla base di oltre 20 anni di indagini coordinate sulle risorse esistenti dalla costa fino a 800 metri di profondità. La distribuzione ed abbondanza delle specie risente delle situazioni ambientali con presenza di biocenosi diverse, confermando la forte varietà di ambienti. La tendenza nel tempo delle principali specie oggetto di pesca mostra un aumento della quantità esistente a mare, diverso tra specie, spesso collegabile alla forte riduzione della pressione della pesca, dove le flotte sono diminuite di circa il 50%, con anche una riduzione dei tempi di pesca.
 
La presenza di ambienti diversificati richiede una gestione dell’intensità di pesca che tenga conto dei cicli biologici delle singole specie e della conservazione degli ambienti sensibili. Le analisi della dinamica delle singole specie mostrano il miglioramento delle condizioni teoriche di sfruttamento in questi ultimi anni, anche se vi è ancora spazio per ulteriori incrementi di biomassa.
 
Vi è uno stretto collegamento tra quanto avviene a mare e quanto avviene a terra, non solo per le attività di pesca e maricoltura, ma per l’esistenza di conseguenze diverse da ogni attività umana, dalle attività a terra che comportano una gestione del territorio con tutte le sue componenti e situazioni, ma anche dalle attività umane sul mare.
 
 
Non vi sono solo le attività di pesca che influenzano il comportamento e la sopravvivenza delle specie ittiche, ma vi sono attività costiere con infrastrutture, altre in mare aperto con spostamento di navi ed altre attività che comportano scarichi diversi, o semplicemente rumore che si propaga in mare, sovrapponendosi ai sensibili meccanismi di localizzazione delle prede di molte specie.
 
Le situazioni ambientali e biologiche che influenzano la distribuzione e consistenza delle risorse vanno considerate insieme alle situazioni sociali ed economiche degli operatori della pesca ed acquacoltura. Le attività vengono svolte solo se producono un reddito per gli operatori, con i diversi ruoli, siano armatori o pescatori o addetti ad attività di acquacoltura.
Ogni provvedimento che viene preso ha delle conseguenze anche economiche e sociali, che spesso non vengono considerate adeguatamente. Ad esempio, la riduzione delle giornate di pesca previste da recenti norme per ridurre la pressione di pesca su alcune specie ha delle conseguenze economiche e sociali elevate.
 
 
La riduzione comporta una riduzione delle quantità pescate, come è nella finalità del provvedimento, ma di pari passo ha ridotto gli incassi degli operatori, provocando un allontanamento dal settore.
 
 
 
 
 
 
La ridotta produzione spesso non comporta un incremento del prezzo di vendita del pescato per la concorrenza di prodotti ittici provenienti da altri Paesi. Oggi oltre il 70% del pesce consumato in Italia proviene dall’estero. Le organizzazioni che coordinano le iniziative sociali del settore hanno spesso solo ruoli marginali o con effetti locali, non potendo incidere sulle politiche del settore.
 
La programmazione del Feampa dovrà considerare che il pianeta terra sta cambiando, con un insieme di conseguenze su molte attività umane a terra e in mare.