Le tecnologie per la conversione di energia da fonti marine offshore in energia elettrica – in particolare quelle che sfruttano le correnti di marea, il moto ondoso ed il vento offshore- sono pronte a entrare nella fase operativa del loro sviluppo.
La consistente energia proveniente dal vento e dalle onde in alcune zone dei mari della nostra penisola nonché il significativo potenziale delle correnti di marea dello Stretto di Messina non possono non destare interesse non solo ai fini della produzione di corrente elettrica pulita, ma anche per l’impatto sull’economia italiana.

L’argomento è stato dibattuto nel corso della Tavola Rotonda “Prospettive per lo sfruttamento delle energie rinnovabili marine offshore” andata in scena nel corso della XXX Rassegna del Mare, organizzata dall’associazione ecologica scientifica Mareamico nella Sala Ennagonale del Castello di Gallipoli, il 23 ottobre 2021. Relatori: Gianmaria Sannino – ENEA; Marco Rusmini – SAIPEM; Giovanni Bracco – Politecnico Torino: Giuliana Mattiazzo – Politecnico di Torino; Luca Martinelli – Università di Padova; Renata Archetti – Università di Bologna; Francesco Lionello – SEAPOWER. Sono stati invitati i rappresentanti di ENEL, TERNA, EDISON e società interessate. Ha moderato e chiuso la sessione Domenico Coiro – Università di Napoli Federico II.

I comparti energetici e innovativi ruotano intorno alla produzione di energia rinnovabile marina. Un’energia pulita che si ricava dall’eolico offshore e dai pannelli fotovoltaici galleggianti ossia il solare flottante. Sono state messe a punto tecnologie in grado di raccogliere in modo pulito l’energia necessaria per gli elettrolizzatori a cui spetta il compito di scindere le molecole di idrogeno e ossigeno e dar vita alla produzione di idrogeno verde intimamente legato a fonti esclusivamente rinnovabili. 

Gli obiettivi degli studi e della ricerca sono orientati ormai verso la Blue Economy come l’incremento la messa a punto delle infrastrutture marine a partire dalla posa dei cavi sottomarini strizza l’occhio alle comunicazioni e alla creazione di strumenti robotici sempre più sofisticati. La tecnologia sta facendo passi da gigante, tuttavia, per agevolare il processo al cambiamento occorre investire in formazione allo scopo di diffondere nuove competenze. Purtroppo, in questo settore, soprattutto in quello dell’energia rinnovabile offshore, si registra un notevole ritardo sia in termini di formazione sia di ricerca.