La ripresa dopo la pandemia passa attraverso la Blue Economy che si rivela fondamentale per raggiungere gli obiettivi del Green Deal. La via maestra rimane quella dell’azzeramento delle emissioni nocive nel pieno rispetto dell’ambiente anche se ancora tanta strada rimane da fare.

 

Se n’è parlato nel corso della Tavola Rotonda “Blue Economy: la nuova frontiera per la tutela dell’ambiente marino e lo sviluppo sostenibile delle aree marino-costiere” andata in scena nella Sala Ennagonale del Castello di Gallipoli il 22 ottobre 2021 in occasione della XXX Rassegna del Mare organizzata dall’associazione ecologica scientifica Mareamico.

Relatori: Antonio Mazzola – Presidente CONISMA; Alberto Felici – Università di Camerino; Vito Miccolis – Imprenditore; Carlo Zaghi – Direttore Generale per il mare e le coste/MAC. Ha moderato: Daniela Addis – Studio Legale Ambiente & Mare/Direttivo di Mareamico. Ha concluso Angela Barbanente – Politecnico di Bari.

La Blue Economy non è ormai solo una filosofia di vita, ma deve rappresentare il perno intorno al quale deve girare l’economia che abbraccia i mari, i fiumi, gli oceani. Un’economia che spalanca le porte alla sostenibilità per le sue caratteristiche a basso impatto ambientale e traghetta verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell’Agenda delle Nazioni Unite.

Contestualmente contrasta anche i cambiamenti climatici. Imperativo categorico è quello di preservare l’ambiente marino e le sue risorse, sfruttare l’energia rinnovabile che scaturisce dal mare ossia l’energia delle onde e delle maree, pianificare le attività portuali. Nel suo raggio d’azione è incluso anche il comparto navale sino ad arrivare a dettare i tempi e i flussi di un turismo costiero intelligente.

La Blue Economy ormai a pieno titolo è assurta a modello su scala mondiale e la sua prerogativa non è tanto quella di incentivare gli investimenti a tutela dell’ambiente, ma a far crescere esponenzialmente le nuove tecnologie che, in virtù della ricerca scientifica, ridurrebbero i costi di produzione sino a spalancare le porte ad un’ecosostenibilità e a un’economia più equa.