La gestione delle attività umane nelle zone marino-costiere (quali la navigazione e il trasporto marittimo, la pesca e l’acquacoltura, la produzione di energia eolica e mareomotrice, il turismo) e dei connessi interessi pubblici (quali lo sviluppo economico, la tutela dell’ambiente, la tutela del patrimonio culturale sommerso e del paesaggio costiero), sinora disciplinati da fonti normative settoriali e non coordinate, è ora prevista sotto un unico cappello dalla direttiva 2014/89/UE e dal d.lgs. n. 201/2016 di attuazione, che disciplinano la nuova funzione amministrativa e di governance di “pianificazione dello spazio marittimo”.

Nell’Unione Europea, un requisito fondamentale della direttiva sulla pianificazione dello spazio marittimo (direttiva MSP) è il suo contributo alla
coerenza globale dell’ecosistema, con l’obbligo per gli Stati membri dell’UE di cooperare all’interno dello stesso bacino marino, compresi i Paesi terzi interessati, incoraggiando sempre più e rafforzando la MSP transfrontaliera a livello globale, per raggiungere un uso sostenibile a lungo termine delle
risorse marine.

Nell’ambito della Blue Economy, gli investimenti nelle imprese marittime diventano meno rischiosi con una corretta pianificazione (MSP)e gestione integrata dello spazio marino-costiero (ICM).

Si è discusso su come i processi e i piani di MSP possano sostenere lo sviluppo sostenibile del mare o Blue Growth, con vantaggi ecologici ed economici derivanti da processi MSP/ICM.

Relatori: Angela Barbanente (Politecnico di Bari), Fabio Croccolo (Direttore Generale MIT), in collegamento skype Marina Markovich (Programme Officer PAP/RAC), Michelle Borg (MSP Planning Authority, Malta), Nicola Romana (Università di Palermo), Antonio Mazzola (Conisma), Franco Prodi (Università di Ferrara – Comitato Scientifico Mareamico), Angela Accardi (Sovrintendenza del Mare), Annibale Cutrona (Conisma). 

Coordina: Daniela Addis (Studio Legale Ambiente&Mare – Direttivo Mare Amico)