XXV Rassegna del Mare

 

Mare nostrum, mare condiviso – >Mare nostrum, sharedsea”

 

“Gli stakeholders e la Strategia marina:

il ruolo della partecipazione pubblica.”

 

Rimini, 26 – 27 – 28 settembre 2014

Sala convegni Hotel Sporting

 

Ruolo fondamentale delle Associazioni ambientaliste è quello di agevolare e incanalare la partecipazione pubblica nelle decisioni delle istituzioni e, quindi, di mettere in contatto queste due realtà.

 

In particolare, l’Associazione ecologica scientifica Mareamico negli anni ha realizzato, in collaborazione con le istituzioni pubbliche (Ministeri e Regioni), attività di comunicazione e informazione sulle principali tematiche connesse all’ambiente, alla sua salvaguardia e valorizzazione, con l’ausilio di un comitato scientifico costituito da esperti di alto valore in ambito sia nazionale che internazionale.

 

 

Quest’anno, nel suo 25mo anniversario dalla fondazione, Mareamico intende occuparsi di un tema particolarmente importante, quale è la prevista partecipazione attiva del pubblico alla definizione, all’attuazione e all’aggiornamento delle strategie per l’ambiente marino, attraverso la divulgazione delle opportune informazioni sui vari elementi che le compongono e sui relativi aggiornamenti.

 

In particolare, con riferimento all’attuazione e implementazione della Strategia Marina (Direttiva 2008/56/CE, del 17 giugno 2008, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino – Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino), si affronteranno gli aspetti legati alla consultazione e informazione “adeguata” del pubblico,la possibilità di partecipare all’attuazione della Strategia Marina nelle sue varie tematiche,le modalità di diffusione di dati e informazioni, la loro disponibilità, reperibilità e affidabilità.

 

Contesto: l’Italia è bagnata per ¾ dal Mare, al centro del bacino del Mediterraneo, con 7.375 chilometri di costa (di cui 4.969 balneabili), Parte contraente della Convenzione di Barcellona per la protezione dell’ambiente marino e della regione costiera del Mediterraneo e Stato membro dell’UE.

Nell’ambito della politica marittima integrata (IMP) per l’Unione europea – basata sull’esplicito riconoscimento della correlazione di tutte le questioni connesse agli oceani e ai mari europei e della necessità che le politiche marittime vengano elaborate congiuntamente al fine di ottenere i risultati auspicati – la strategia marina ne costituisce il pilastro ambientale.

 

Perché si giunga ad una coerente e coordinata attuazione dei principi e degli obiettivi in essa contenuti, è richiesto, ai diversi livelli decisionali (internazionale, unionale, nazionale, locale), un rafforzamento della cooperazione e un efficace coordinamento di tutte le politiche marittime, tra cui quella della pesca, da poco riformata.

 

 

Una siffatta politica marittima integrata “rafforzerà la capacità dell’Europa di far fronte alle sfide della globalizzazione e della competitività, al cambiamento climatico, al degrado dell’ambiente marino, alla sicurezza marittima nonché alla sicurezza e alla sostenibilità dell’approvvigionamento energetico. Essa deve basarsi sull’eccellenza nella ricerca, nella tecnologia e nell’innovazione in campo marittimo e tener conto dell’agenda di Lisbona per la crescita e l’occupazione e dell’agenda di Göteborg per lo sviluppo sostenibile” (si veda la Comunicazione della Commissione COM(2007) 575 definitivo).

 

Si diceva che, per dare attuazione ai propositi appena enunciati di proteggere, salvaguardare e, ove possibile, ripristinare l’ambiente marino, contrastandone il degrado, al fine ultimo di mantenere la biodiversità e preservare la diversità e la vitalità di mari a che siano puliti, sani e produttivi, nel 2008 l’UE ha adottato la Direttiva 2008/56 che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino (direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino), recepita dall’Italia con DLgs 190/2010 del 13 ottobre 2010.

 

Gli Stati membri sono, dunque, chiamati ad elaborare le proprie strategie nazionali, in collaborazione con gli Stati membri e gli Stati terzi (tra cui quelli della sponda meridionale del bacino del Mediterraneo), per il raggiungimento di un buono stato ecologico (Goodenvironmental status –GES) nelle acque marine di cui sono responsabili.

 

Tali strategie, alla luce del principio dell’approccio ecosistemico (EcosystemApproach), mirano a garantire la protezione e il risanamento degli ecosistemi marini e ad assicurare la correttezza ecologica delle attività economiche connesse all’ambiente marino.

 

Per realizzare tali obiettivi occorre promuovere la coerenza delle diverse politiche e l’integrazione delle preoccupazioni ambientali in altre politiche, tra cui sicuramente la politica comune della pesca, (come di recente riformata, la nuova PCP entrerà in vigore il 1 gennaio 2014), al fine di garantire la conservazione e lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca e sostenere il conseguimento degli obiettivi della Strategia marina.

 

Nell’attuare la strategia marina, gli Stati sono, inoltre, chiamati a tenere nella debita considerazione, nelle previste attività di analisi e valutazione, programmazione, pianificazione e monitoraggio, le pressioni e gli impatti derivanti dalle attività, tra cui, in particolare, quelle relative alla pesca.

 

Ad ogni modo, tra le misure previste, ritroviamo alcuni strumenti già noti da tempo alle politiche adottate dall’Italia nel settore della pesca, che tengono conto dell’impatto ambientale di tale attività, quali la chiusura totale di talune zone alle attività di pesca, per permettere il mantenimento o il ripristino dell’integrità, della struttura e del funzionamento degli ecosistemi, per proteggere, tra l’altro, le zone di riproduzione, allevamento e alimentazione (ci riferiamo alle ZTB o zone di tutela biologica istituite dal MIPAAF).

 

Argomento a questo collegato e di grande attualità (considerate le recenti o prossime venture dichiarazioni della Francia e della Spagna) è l’altro strumento di attuazione della Strategia Marina, ossia la Zona di Protezione Ecologica (prevista nel 2006 e istituita con DPR 27 ottobre 2011, n. 209) e l’auspicabile futura dichiarazione di una Zona Economica Esclusiva anche da parte dell’Italia, di cui da anni Mareamico si fa promotrice.

 

Altro argomento di grande attualità e molto a cuore a MAREAMICO è:

 

EFFICIENZA ENERGETICA

 

La nuova direttiva della U:E. sull’efficienza energetica (2012/27/ U.E), è formalmente entrata in vigore; stabilisce il quadro comune di azioni finalizzate a spingere gli Stati membri a fissare obbiettivi nazionali di efficienza energetica al fine di raggiungere gli scopi di miglioramento energetico comunitario previsto per il 2020.

 

Com’è noto la Commissione Industria ed Energia del Parlamento Europeo, nell’ambito del Piano “Horiz 2020” ha l’obbiettivo di favorire lo sviluppo e la ricerca in favore dell’energia pulita e rinnovabile e, a tal proposito ha stanziato fondi per circa 5 miliardi di Euro per raggiungere gli scopi di miglioramento energetico previsto per il 2020.

 

MAREAMICO sta esplorando l’utilizzo delle correnti di maree per essere convertite in energia elettrica con particolare riguardo alle possibilità che offrono le correnti di marea nello stretto di Messina dove la resa risulta notevolmente elevata.

 

Le giornate di lavoro saranno suddivise in tre Sessioni, all’interno delle quali si svolgeranno tre workshop tematici, come di seguito specificato:

 

Sessione 1 -EcosystemApproach

Workshop 1 sulla Valutazione Iniziale, la definizione di un Buono Stato Ecologico (GES) e i connessi Traguardi ambientali (Target);

Workshop 2 suiProgrammi di monitoraggio e i Programmi di misure;

Workshop 3 sulla dichiarazione della Zona Economica Esclusiva.

Sessione 2 – Strategia Marina e Pesca

Workshop 1 sulla direttiva MSFD e la PCP (dopo l’adozione del nuovo Regolamento di base n. 1380/2013 dell’11 dicembre 2013, entrato in vigore il 1 gennaio 2014);

Workshop 2 sul Descrittore 3 della direttiva MSFD, l’elaborazione di GES e Target e associati indicatori;

Workshop 3 sulla diminuzione dello sforzo di pesca, attuando programmi volti alla raccolta di dati scientifici sempre più precisi e relativi sistemi di continuo monitoraggio.

Sessione 3

EFFICIENZA ENERGETICA E DIRETTIVA UE 2012/27/UE