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Tullio Nunzi - Turismo ed economia

Molte delle questioni che attengono al turismo e al suo essere ripetutamente relegato nell’angolo dalla politica e dall’economia, risiedono in un approccio culturale tipicamente italiano che ha sempre visto, e continua a vedere, esclusivamente nel settore industriale l’unico luogo capace di generare occupazione e benessere economico.

Da molto tempo Confcommercio insiste nel ribadire con forza la centralità del terziario come motore di sviluppo e di innovazione del sistema produttivo nazionale.

Il turismo, in particolare, già oggi capace di generare in ottica allargata ben il 12% della ricchezza complessiva del paese, nell’attuale processo di terziarizzazione si pone anche come il settore potenzialmente più incisivo e dinamico per il rilancio del sistema economico nazionale.

Questo aspetto è ancora più vero se si osserva con attenzione il fenomeno turistico nazionale in ottica globale.

Infatti nel nostro Paese, nonostante la crisi strutturale in atto da tempo, il turismo ha continuato a produrre ricchezza senza alcun intervento:

  • senza cassa integrazione, neanche quando serviva (dopo l’11 settembre 2001);
  • senza incentivi fiscali (con un’Iva che in alcuni comparti -stabilimenti balneari, agenzie di viaggio, porti turistici- arriva al 20%);
  • senza promozione turistica ( come definire i circa 25 milioni di euro destinati all’Enit se paragonati agli investimenti degli altri Paesi europei?);
  • senza una vera politica di ampio respiro a Bruxelles, nonostante l’introduzione della materia nei trattati;
  • senza una vera politica nazionale, dove la modifica del Titolo V della Costituzione ha di fatto ratificato l’esclusività di competenza delle Regioni, facendo venire meno il diritto/dovere delle stesse a coordinare le politiche turistiche. Tutto questo produce una proliferazione legislativa che mal risponde alle mutazioni del settore creando, spesso, solo confusione, disomogeneità, concorrenza.

La scelta culturale che noi abbiamo fatto da tempo nel turismo vede la logica del territorio, contrapposta a quella del distretto derivante da un’impostazione industriale, come la formula vincente per un rilancio di questo settore.

L’altro asse portante della politica confederale è quella di puntare fortemente su uno sviluppo integrato del settore in grado di coinvolgere in modo attivo tutta la filiera turistica.

E’ nostra ferma convinzione che il turismo nautico, e i contenuti stessi di questo incontro lo dimostrano palesemente, possa rappresentare una ulteriore opportunità per valorizzare e riqualificare le aree interne della regione. Lo sviluppo costiero, infatti, con opportune azioni di coordinamento in relazione al tema delle infrastrutture e delle strategie turistiche, può rappresentare un volano anche per le aree interne.

Sembra quanto mai opportuno, allora, spingere sull’acceleratore per valorizzare ancora di più un settore che, nonostante il generalizzato malessere che caratterizza il sistema turistico nazionale, è caratterizzato da un trend in costante crescita.

D’altra parte è ormai entrato anche nei libri di testo il concetto che lo sviluppo del turismo passa attraverso lo sviluppo equilibrato di un territorio messo a sistema, in cui l’impresa rappresenta uno degli elementi, ma non l’unico e spesso neanche il più significativo: penso all’accessibilità e ai trasporti, alla fruibilità e all’offerta culturale, alla sicurezza, alle condizioni ambientali dei territori.

Confcommercio/Confturismo ha predisposto un proprio progetto finalizzato a sostenere questa filosofia, cercando di fornire strumenti concreti ed operativi al nostro territorio per avviare, da protagonisti e non da comparse, azioni volte allo sviluppo territoriale del turismo, utilizzando il concetto di integrazione sistemica che, laddove possibile, si realizzerà attraverso i STL o altrimenti con forme di governance locali alternative.

La strada che Confcommercio ha intrapreso da tempo come filosofia di sviluppo per questo settore, è quella di rifiutare la logica dell’aumento della dimensione che passa attraverso processi di standardizzazione, difendendo la tipicità del nostro prodotto turistico nella sua accezione più ampia, fatta di territorio, di eno-gastronomia, di gusto e di sapore.

Come tradurre tutto questo concretamente in un prodotto vendibile con successo sui mercati sempre più esposti alla competizione globale?

Il nostro incontro di oggi vuole offrire un momento di riflessione per gli operatori e per le componenti politiche interessate ai processi di sviluppo turistico, finalizzato ad avviare un circuito virtuoso che potrà determinare, questo è l’augurio per tutti noi, il successo del turismo nautico e dei territori in cui si colloca.

Il porto turistico, nella nostra visione delle cose, è uno degli elementi portanti dello sviluppo turistico regionale. Affinché gli effetti positivi di tale sviluppo non rimangano marginalizzati lungo la fascia costiera è opportuno pensare al porto turistico in termini quanto mai complessi.

Quest’ultimo, infatti, non deve essere soltanto il punto di arrivo dei turisti in una località, ma deve rappresentare, allo stesso tempo, la porta di accesso ed il biglietto da visita delle splendide risorse culturali, enogastronomiche e paesaggistiche che il ostro Paese è in grado di offrire ai suoi ospiti.

Buon lavoro e grazie per l’invito.

 

INTERVENTO DEL DOTT. NUNZI - RESPONSABILE SETTORE TURISMO - CONFCOMMERCIO