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Roberto Russo - L’auspicabile ruolo dell’Unione per il Mediterraneo

Ho partecipato alla riunione plenaria dell’Assemblea Parlamentare per l’Unione per il Mediterraneo che si è svolta nell’Aula di Montecitorio  il 4 marzo 2011 a conclusione dell’anno di Presidenza italiana, unico network internazionale rappresentativo della società civile profit e non profit del bacino Mediterraneo presente. L’assemblea ha approvato con il contributo unanime dei Parlamentari di tutti i Paesi dell’Unione Europea e del Mediterraneo molte e approfondite raccomandazioni dedicate ad indicare indirizzi e soluzioni ai diversi problemi che quest’area geografica sta vivendo e presenta.

Alcune raccomandazioni hanno riguardato i temi ambientali ed una in particolare la difesa del Mar Mediterraneo.

Vorrei soffermarmi su quest’ultimo documento elaborato per conto della Commissione Ambiente dell’Assemblea Parlamentare per l’Unione per il Mediterraneo dal Senatore Italiano Luigi Ramponi ed altri che mi pare d’interesse per approfondire quali strumenti concreti la Comunità Internazionale può mettere a disposizione nel tentativo di tutelare il Mar Mediterraneo e portare un contributo alla discussione di questa nostra tavola rotonda dedicata al ruolo delle Aree Marine Protette per la conservazione della biodiversità in programma alla 22° rassegna del Mare di Mareamico.

Desidero ricordare preliminarmente che secondo il Millennium Ecosystem Assessment (UNEP, 2006) gli ecosistemi marini e costieri sono tra le aree più minacciate del pianeta e che il Mediterraneo è un punto caldo di biodiversità. Sono state catalogate nel bacino del Mediterraneo circa 17.000 specie, anche se si stima che la lista potrebbe aumentare con le specie che devono ancora essere scoperte (Coll et al, 2010). E’ risaputo infatti che il Mediterraneo è sede di una elevata percentuale di specie endemiche e presenta habitat e specie minacciati (nel Mar Mediterraneo vive il 7-8% di tutte le specie marine conosciute; di queste il 19% sono in via di estinzione e l'1% sono già estinte a livello regionale). Inoltre, il Mediterraneo deve affrontare diverse minacce legate all'alta concentrazione della popolazione sulle sue coste che ne intensifica le minacce tra cui la pesca eccessiva, il sovrasfruttamento delle risorse, la distruzione degli habitat, delle specie invasive, l’inquinamento, ecc. Nonostante le dimensioni ridotte (meno dell'1% della superficie dell'area marina del mondo), il Mediterraneo rappresenta quindi un area cruciale per la conservazione delle specie viventi a livello planetario.

La raccomandazione auspica che proposte operative e concrete per la creazione di nuove zone marittime protette - accompagnate da finanziamenti e criteri di gestione - siano introdotte e considerate dalla prossima riunione della Convenzione di Barcellona che si svolgerà nell'ottobre 2011 ed esorta l'Unione per il Mediterraneo, come controparte governativa all’Assemblea Parlamentare per l’Unione per il Mediterraneo, a sostenere politicamente ed economicamente progetti volti a istituire aree marine protette, sia attraverso risorse proprie che mediante ​​co-finanziamento pubblico-privati, sollecitando l'Unione europea a sostenere e assistere tali progetti, siano essi in ambito Comunitario che internazionali.

La creazione di un sistema di aree marine protette Mediterranea può trasformarsi da un auspicio a un dato di fatto però solo coinvolgendo opportunamente  le popolazioni.

La rete delle aree marine protette, aree relativamente limitate ma distribuite nell’ambito Mediterraneo in modo diffuso e capillare deve divenire un vero e proprio network di stampo federativo ove i soggetti gestori dei singoli Paesi membri dell’Unione per il Mediterraneo si scambiano costantemente informazioni, dati scientifici e le buone pratiche realizzate.

 

 

Roberto Russo – Presidente FISPMED - Venezia