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Piero Addis - Pesca

In Sardegna la pesca del riccio di mare, Paracentrotus lividus, rappresenta una realtà socio-economica rilevante con un indotto diretto stimato in oltre 9ml di euro/anno (Cau et al., 2007). La crescita progressiva di questo comparto della pesca artigianale è legato all’aumento della domanda nel catering turistico e domestico. Questo fenomeno ha portato inevitabilmente all'aumento dello sforzo di pesca, sia in termini di operatori regolarmente autorizzati (attualmente 180), sia di operatori abusivi che ripiegano su questa attività in assenza di altri sbocchi occupazionali.

In Sardegna la distribuzione e la densità delle popolazioni di riccio di mare non è casuale ma tende ad essere organizzata in località e habitat specifici. Questo fatto è ben noto ai pescatori che, muovendosi in massa verso le aree con elevate abbondanze, ne causano una drastica riduzione in breve tempo, talvolta spostando il prelievo verso le classi giovanili ed inferiori al limite di legge (50mm). I primi segni di overfishing sono evidenti: la riduzione delle abbondanze in alcune aree dell’isola (Addis et al., 2009; Pais et al., 2007) e la diminuzione delle taglie commerciali presso numerosi punti vendita campione (Cau et al.,  2007).

L’intero fenomeno è strettamente legato all'inadeguatezza delle norme di gestione, in quanto, a fronte dell’aumento dello sforzo di pesca,  le quote previste dal regolamento sono rimaste invariate e non adeguate alla capacità della risorsa. 

Lo studio dettagliato della distribuzione spaziale degli stock sfruttati ha un ruolo fondamentale per la gestione e per la comprensione dei rapporti tra le specie e l’ambiente. Uno strumento molto utile per studiare i pattern spaziali di distribuzione è la Geostatistica, un ramo della statistica classica che si occupa di analisi di dati ambientali georeferenziati. Tramite queste tecniche è possibile studiare fenomeni naturali tenendo conto della dipendenza spaziale tra le osservazioni, ad esempio delle abbondanze, e di poter fare delle previsioni alquanto precise anche in punti dove tali osservazioni non sono state effettuate. In tal modo si può ottenere una visione più realistica delle risorse e prevedere un prelievo più adeguato nello spazio e nel tempo. In tale contesto viene presentato un modello di gestione basato sulla valutazione della “risorsa riccio” e sul calcolo di quote di sfruttamento attraverso un’applicazione Geostatistica in alcune aree della Sardegna.

 

 

Dr. Piero Addis

Università di Cagliari

Dipartimento di Biologia Animale ed Ecologia – Via T. Fiorelli 1 – 09126 Cagliari