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Maria Rosaria Rubulotta - ARTE E MARE : confini possibili, negli archivi della memoria

Uomo libero, sempre amerai il mare! 
È il tuo specchio il mare: ti contempli 
l’anima 
nell’ infinito muoversi della sua lama. 
E il tuo spirito non è abisso meno amaro. 

Divertito ti tuffi in seno alla tua immagine, 
l’abbracci con lo sguardo, con le braccia e il cuore 
a volte si distrae dal proprio palpitare 
al bombo di quel pianto indomabile e selvaggio. 

Siete discreti entrambi, entrambi tenebrosi: 
inesplorato, uomo, il fondo dei tuoi abissi, 
sconosciute, mare, le tue ricchezze intime, 
tanto gelosamente custodite i segreti! 

Eppure ecco che vi combattete 
da infiniti secoli senza pietà né rimorso, 
a tal punto amate le stragi e la morte, 
o lottatori eterni, o fratelli implacabili! 

 (Da “L’uomo e il mare “ di Charles Baudelaire)

Desidero ricordare una importante Manifestazione che L’Istituto Italiano Studi Filosofici di Napoli ha realizzato per rendere omaggio alle Arti, nell’Omaggio alla Rivoluzione partenopea del 1799.

E subito viene in mente la Relazione fra i linguaggi figurativi e l’impegno che l’arte assume come scoperta del vero. Penso a  Paul Gauguin che tra il 1891 e il 1903, anno della sua morte,  trascorse buona parte della sua vita in Polinesia, prima sull’isola di Tahiti poi in quella di HivaOa, nell’arcipelago delle Marchesi. Era arrivato per fuggire dalla vita mondana e complicata che conduceva in una Francia, quella della fine del XIX secolo, che era un calderone di esperienze artistiche, culturali e politiche. La sua ricerca di uno stile di vita semplice, lontano dalle contraddizioni del suo tempo, lo portò quindi in Polinesia, dove poté permeare sé stesso e la sua arte con la cultura tradizionale del Pacifico

.Un primo luogo dove vivere un assaggio della Tahiti di Gauguin lo si può trovare comodamente a Papeete, capitale della Polinesia Francese. Quando sbarcò in questa cittadina, il 28 giugno 1891, l’artista francese venne investito dai profumi e dai colori dell’isola. Questo per Gauguin fu un benefico shock: il pittore negli anni precedenti aveva scelto di abbandonare l’arte impressionista per cercare il suo posto in altre avanguardie. Le correnti del Sintetismo e del Simbolismo avevano avuto un ascendente su Gauguin, affascinato soprattutto dalle teorie dell’uso del colore. E dopo aver visto i colori di Tahiti, i quadri di Gauguin non saranno più gli stessi.

Alcuni esempi d’arte: Mary Cassatt-BAMBINE SULLA SPIAGGIA un suo quadro Pittrice americana (1844-1926)

Non si sa chi siano le bambine impegnatissime nei giochi con la sabbia, né si può riconoscere la spiaggia dove la scena è ambientata: durante il 1884 Mary Cassatt ha soggiornato in diverse località balneari francesi e spagnole insieme alla madre e a un nipotino. Con la consueta sensibilità la pittrice si colloca in un punto di vista molto ravvicinato rispetto alle bambine, nel posto dove abitualmente si collocherebbe la mamma per tenerle d’occhio

Gaspar Friedrich-Mare di ghiaccio

Pittore tedesco (1774-1840)

Il dipinto rappresenta un naufragio nel bel mezzo di un mare di ghiaccio rotto in una miriade infinita di pezzi, le cui schegge si sono accumulate dopo l'impatto, ammassandosi l’una sopra l’altra a formare una montagna frastagliata. Il ghiaccio è diventato come un dolmen (una tomba monolitica), i cui bordi sporgenti e aguzzi, sembrano anelare verso il cielo. Le spesse lastre di ghiaccio si innalzano monumentalmente e la direzione diagonale di tali ammassi, insieme ai frammenti di nave che si scorgono a malapena in basso a destra del dipinto, determinano una sorta di inquietante movimento a spirale intorno alle rovine centrali dell’iceberg.

Faro di Harwich-William Turner

Pittore inglese (1738-1829)

Turner ha creato con alcuni tocchi di azzurro su un lato e qualche rapida pennellata di ocra e color ruggine dall’altro, un’opera che potrebbe essere esposta accanto alle tele di qualunque espressionista astratto.

Alba, con barca tra i promontori

Claude Monet

Pittore francese (1840-1926)

Quando mai il vento, il mare, il cielo sono stati colti in un’immagine lieta come questa Passeggiata sulla scogliera?

Il dipinto è diviso in tre zone. Stagliandosi contro la linea netta dell’orizzonte, il tortuoso profilo della scogliera disegna una successione di gradini ad angolo retto. La composizione asimmetrica si articola in una serie di triangoli, che sonori echeggiati e sottolineati dalla forma e dalla posizione delle barche a vela in lontananza e dalle nubi trascorrenti. Le sfumature e il tessuto coloristico, assai più dell’intensità cromatica, staccano l’erba ondeggiante dal mare.

La passeggiata sulla scogliera

Vincent Van Gogh

Pittore olandese (1853-1890)

Nel dipinto delle barche da pesca due differenti visioni si fondono in una sola opera: la visione della natura eterea e luminosa, con infiniti toni di colore in chiave alta, sempre cangianti e vibranti in un universale contrasto; dall’altro lato gli oggetti dell’uomo, le barche, disegnate con precisione e dipinte in toni piatti e senz’aria di colore primario.

Come il colore varia dalle schiette tinte primarie delle barche ai toni iridescenti del cielo, con delicati azzurri, verdi e lavanda, e indefinibili toni sabbiosi, e, sulla spiaggia, agli impasti di freddo e neutro giallo, castano chiaro e marrone, così vi è una corrispondente varietà nell’applicazione della materia, dai lievi tocchi macchiettati e trasparenti a quelli densi e opachi.

Barche da pesca sulla spiaggia a Saintes-Maries

René Magritte

Pittore belga (1898-1967)

Le rocce hanno esercitato un fascino particolare su questo artista. Nel 1958-59, in particolare, Magritte fu ossessionato dal volume e dal peso di rocce gigantesche; egli tuttavia alterò le leggi di gravità e ignorò il peso della materia, facendo affondare o lievitare una roccia, o ponendola accanto ad una persona addormentata. L’artista ha conferito a quest’opera le tonalità grigio, azzurro e bianco sporco, dipingendola in quello stile freddo e rifinito con cui faceva apparire reale l’immaginario.

Per immergersi  nel Mediterraneo fra tutte le espressioni umane, il cinema e la musica sono le forme di comunicazione che si percepiscono come più efficaci nel ruolo di mediazione e, pertanto, quelle più utili ai fini della costruzione di una coabitazione pacifica e costruttiva fra i gruppi umani che si trovano a vivere insieme sulla sponda mediterranea proprio per la possibilità che offrono di mutuare uno scambio di valore fra culture differenti. I film svolgono un’importante funzione di mediazione in quanto creano legami emotivi con lo spettatore, lo informano mostrandogli cose che non ha mai visto e rivelandogli prospettive diverse. Quello che offrono non è solo uno sguardo, ma un interlocutore attivo che offre una propria interpretazione e incoraggia il dialogo. Il cinema, proprio perché stimola la diffusione della cultura e la circolazione d’idee, si rivela di estrema importanza sociale perché contribuisce a formare un’interculturalità che sia alla base della cooperazione fra i popoli delle sponde del mediterraneo e della mutua comprensione tra civiltà diverse.

Questo carattere mediterraneo è un sentire comune che viene avvertito e reso esplicito anche nelle contaminazioni musicali. La mediterraneità è ciò che spinge a percepire l’unità nella diversità di voci, sentimenti, stati d’animo e timbri strumentali, riscontrando tratti comuni in stili e generi diversi, grazie all’uso di strumenti musicali che testimoniano la vitalità degli scambi e delle interazioni tra le sonorità dell’area mediterranea.

Per questo loro valore culturale, la musica e il cinema possono essere strumenti transnazionali in grado di annullare le distanze ed avvicinare le persone, veicolando valori comuni tra le varie culture, per opporsi al diffondersi del pregiudizio e del conflitto, traducendosi così in una migliore conoscenza e comprensione degli altri.

 

Dott.ssa MARIA ROSARIA RUBULOTTA – Medico – Archivi Istituto Filosofico