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Maria Dolores Larva - Contributo per Telerama

Un tuffo nel mare di Puglia spalanca scenari inimmaginabili intrisi di fascino e di mistero quando si va alla ricerca di civiltà perdute.

Quando ci si immerge per esplorare i fondali lo spettacolo che si presenta agli occhi apre la mente rapita non solo dalla ricchezza della biodiversità ma anche dallo spettacolo di un universo popolato di tesori che tante storie hanno da raccontare.

L’abbandonarsi alle correnti che fluiscono interiormente ci riporta in un’altra dimensione: quella del passato. Un passato, molto spesso ignorato e, in qualche caso, violato e depredato da gente senza scrupoli che cerca di rivendere i reperti archeologici, prelevati clandestinamente, al mercato antiquario.

Per dare un contributo alla promozione e allo sviluppo di una strategia volta all'educazione ai Beni Culturali, MareAmico lancia la sfida di portare alla ribalta i tesori custoditi dai mari che bagnano la Puglia, proponendo progetti innovativi didattici e di divulgazione dell’archeologia subacquea.

Un obiettivo ambizioso che non sarà incentrato solo sulla semplice comunicazione ma anche su tutela, valorizzazione e fruizione di alcuni siti, privilegiando in modo particolare quelli che finora hanno avuto, per vari motivi non imputabili né ad archeologi né ad amministratori, scarsa attenzione oppure sono stati inseriti in traffici illeciti.

In considerazione di ciò un faro è stato acceso sui fondali nel tratto di mare antistante Torre Sinfonò e Mancaversa, dove negli anni passati sono stati individuati due giacimenti archeologici (tra i più importanti dell’Italia Meridionale) finiti nel mirino di spregiudicati mercanti d’arte. Le anfore sequestrate di origine greco-italica, alcune delle quali ancora impermeabilizzate con la pece, sono riconducibili ai Romani che si aprivano a nuovi orizzonti commerciali, facendo circolare, in quantità industriale, vino, olio e altre derrate alimentari, dopo la tremenda guerra annibalica (fine III sec. a.C.). Ma sono migliaia i contenitori da trasporto che giacciono ancora immobili sui fondali della marina di Alliste in attesa di essere recuperati. Considerando la profondità e gli alti costi che la delicata operazione di recupero richiederebbe, sarebbe auspicabile un tipo di intervento diverso tale da consentire di immergersi idealmente tra gli abissi della storia e penetrare con emozione nei segreti dell’area archeologica.

Per questo MareAmico, puntando all'accessibilità dei beni archeologici attraverso applicazioni tecnologiche e servizi avanzati di informazione, comunicazione e divulgazione, ha presentato un progetto volto alla fruizione e alla creazione di un offerta turistica e culturale degna della ricchezza di questo straordinario patrimonio. Pianificati tre percorsi distinti e separati di visita che variano dall'immersione all'utilizzo di una “videobarca” con a bordo una guida in grado di illustrare le caratteristiche naturalistiche, storiche e archeologiche dei fondali marini. Inoltre, è stata prevista l’installazione di monitor televisivi sui quali saranno mandate in onda, in tempo reale, le immagini della zona archeologica riprese da un operatore subacqueo o da alcune telecamere fisse che trasmetteranno a ciclo continuo la vita che scorre intorno al relitto di Torre Sinfonò.

Il materiale anforario, sequestrato dai Carabinieri, insieme a quello che ulteriormente sarà prelevato per la ricerca, sarà allestito in un’ala del maestoso Castello di Felline, dove verrà attivato un centro di ricevimento studenti, turisti e visitatori.

In prospettiva di mettere in rete gli itinerari archeologici di forte attrattiva turistica questo progetto, a cui ne seguiranno altri, potrà vantare il merito di aver dato vita al primo Museo Diffuso nel mare di Puglia.

 

Dott.ssa Maria Dolores Larva

Divulgatrice Scientifica - TELERAMA