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Leonardo Damiani - Ecoport8

L’intensificarsi del traffico marittimo per fini economici, sociali e turistici determina gravi problematiche relative alla qualità dell’ambiente marino, imputabili soprattutto alla mancanza di politiche condivise a livello internazionale in tema di gestione ambientale.

Nell'ottica di un sistema di trasporto intermodale maggiormente sostenibile, infatti, i programmi comunitari (autostrade del mare, corridoi, ecc.) mirano ad alleggerire il trasporto su gomma incrementando la movimentazione delle merci via mare; il sempre crescente numero di navi che attraversano il Mediterraneo desta, però, qualche preoccupazione in prospettiva futura. A parte i grandi disastri che si sono verificati negli ultimi decenni, la gestione ordinaria del traffico marittimo sta creando allarmanti trasformazioni all'ambiente marino (p. es. per lo svuotamento delle acque di zavorramento, per i lavaggi di sentina, ecc.). Per limitare tali inconvenienti si rende indispensabile da un lato aumentare i controlli durante la navigazione e, dall'altro, attrezzare i porti (punti focali per il traffico marittimo e fonti di potenziale inquinamento) in modo che possano garantire i servizi ambientali utili (p. es. impianti per l’aspirazione delle acque di sentina, ecc.). Inoltre, è necessario definire un protocollo unico affinché all'interno dei porti si possano eseguire i controlli più idonei, senza appesantire l’operatività delle navi, ma, al contempo, impedendo che, approdando in un porto piuttosto che in un altro, si possano eludere i controlli e inficiare l’intero sistema di qualità ambientale, privilegiando rotte e porti con una minore pressione normativa, aumentando i rischi di inquinamento in tali zone. Risulta evidente come la confusione legislativa in tema di regolamentazione e di ecogestione delle aree portuali dei paesi UE e non, dovuta a diversi recepimenti nazionali o locali delle direttive aumenti le “not physical barriers”.

ECOPORT, sviluppando e rafforzando iniziative di cooperazione territoriale idonee ad ottenere una buona qualità ambientale dei porti dei corridoi transfrontalieri, intende valutare con un approccio sistemico la pluralità delle differenti problematiche ambientali (es. qualità delle acque, conservazione della biodiversità, gestione dei sedimenti, formazione di nuove professionalità, etc) che si presentano nelle aree portuali, nello specifico del Corridoio 8, determinando altresì indirizzi di politica ambientale comuni e condivisi ed incentivando la crescita di una competizione sana ed ecosostenibile nei traffici marittimi.

Ecoport8 si allinea con l’ambiziosa strategia della Commissione Europea per la protezione e la conservazione dell’ambiente marino e si inserisce nel quadro delle finalità politiche di cooperazione territoriale europea relative al periodo 2007-2013 coerentemente con il 6th Environment Action Programme of the EU 2002-2012, con l’individuazione di Community Strategy Guidelines on Cohesion (2006/702/EC), con rif. all’Asse 2 del PO.SEE 2007-2013 sviluppando un network transnazionale scientifico e di enti di gestione portuale.

La partnership del progetto si compone, infatti, di Istituti di Ricerca (Politecnico di Bari, Institute of Marine Biology in Montenegro, Polytechnic University of Tirana, Patras Science Park, National Institute of Marine Geology and Geoecology in Romania, Bulgarian Academy of Sciences) e sei realtà portuali dall’Adriatico (Bari, Bar, Durazzo, Igoumenitsa) al Mar Nero (Bourgas, Constantza). Il gruppo di lavoro coinvolge, strategicamente, quattro paesi dell’Unione Europea (Italia, Grecia, Romania, Bulgaria) e due nazioni IPA (Albania, Montenegro), quindi paesi posizionati lungo il Corridoio 8, che collega il Sud Italia e la Bulgaria attraversando l’Albania e FYROM, e le nazioni vicine. Inoltre questi territori sono interessati anche da altri Corridoi che connettono l’Europa Occidentale e Centrale con il Mar Nero come il Corridoio 10, il Corridoio 4 e il 9.

Secondo il rapporto dell’High Level Group il tracciato del Corridoio 8 (anche grazie alla definizione del Corridoio 10 di collegamento diretto tra Austria e Grecia) è considerato parte integrante dell’asse transnazionale SEE che mette in comunicazione le reti trans-europee con i vicini paesi confinanti e quelli dell’estremo oriente.

Ecoport intende intervenire nell'ambito del Corridoio 8 proprio creando un sistema condiviso di eco-gestione delle strutture portuali: i risultati del progetto, forniranno agli Enti gestori l’opportunità di realizzare una CERTIFICAZIONE AMBIENTALE, sull'esempio di alcune best eco practices a livello europeo. L’ambizione del progetto è quella di produrre una certificazione ambientale della rete e non solo delle strutture: solo attraverso regole e standard condivisi, una comune politica di salvaguardia dell’ambiente marino tra più realtà portuali, una rete di monitoraggio aggiornata ed integrata, e una presa di coscienza degli enti gestori, sarà possibile evitare impatti ambientali irreversibili.

 

Leonardo Damiani

Direttore DIAC - Dipartimento di Ingegneria delle Acque e di Chimica - Politecnico di Bari