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Giuseppe Pizza - Anche nel mare lo sviluppo si chiama ricerca

Uno dei risultati più evidenti nell'analisi economica è indubbiamente il nesso che corre tra gli investimenti in ricerca ed innovazione e la capacità di una economia di crescere nel tempo.

E’ un concetto che regge anche nei momenti di crisi, come l’attuale, anzi in questo caso insistere sulla ricerca è precondizione per uscire presto dalla crisi.

E se la parte di ricerca che riguarda il “pubblico” soffre, come oggi accade, delle generali difficoltà dell’economia è necessario essere più selettivi, evitando spese inutili ed improduttive, e chiedere al “privato” di fare la propria parte se del caso vincolando aiuti e sostegni al rispetto degli impegni assunti proprio in materia di ricerca.

E’ vieppiù necessario insistere in questa logica tenendo conto – anche in riferimento alla crisi – delle condizioni di debolezza relativa dell’Europa (e dell’Italia) nel quadro mondiale soprattutto per quanto riguarda la ricerca di frontiera e dell’alta tecnologia, debolezza che – nel caso dell’Italia – risente non poco della frammentazione della media e piccola industria che, se da un lato assicura una certa flessibilità ed adattabilità, dall'altro aumenta in maniera esponenziale le difficoltà del coordinante e di uno sforzo sinergico e raccordato, privo di una visione d’insieme.

Queste difficoltà – val la pena di sottolineare nuovamente - emergono in maniera palmare a fronte del dinamismo delle cosiddette economie emergenti, per la presenza di una ancora troppo forte tassazione del reddito d’impresa che spinge le aziende a contabilizzare  gli investimenti nella ricerca come spesa e non come capitalizzazione immateriale, per l’esistenza di un mercato del lavoro troppo rigido e vincolistico, solo ora in fase di parziale superamento in riferimento alla già citata crisi economica.

Queste considerazioni valgono per il mercato interno, ma nella stessa logica si inquadrano i problemi di “assistenza nella ricerca” verso i Paesi con cui l’Italia ha tradizionali storici rapporti.

Mareamico affronta l’impegno della sua XXII Rassegna del Mare nel contesto di una situazione internazionale particolarmente critica, soprattutto per quanto riguarda i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, le guerre, le sollevazioni popolari, la ricerca di migliori condizioni di vita, i derivati flussi migratori che vedono purtroppo l’Europa assente e l’Italia carica di responsabilità non proprie.

Nell'occasione è emersa, una volta di più, l’esigenza non tanto di fermare l’apparentemente  inarrestabile flusso di migranti, quanto di fornire “in loco” una vera assistenza per favorire le condizioni di crescita di quelle economie ad alto tasso demografico.

La “ricerca” è parte essenziale di questo processo, ed in questo è davvero necessario che l’Italia faccia la propria parte.

 

On. Giuseppe Pizza - Sottosegretario di Stato – Ministero Istruzione, Università e Ricerca Scientifica