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Giuseppe Cognetti - introduzione alla Rassegna.pdf | Download Share on Facebook |
L'Associazione Mareamico, fondata nel 1989 e riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha come fine istituzionale l'obiettivo di favorire il confronto fra mondo politico, mondo imprenditoriale e mondo scientifico sui temi della conservazione e dello sviluppo sostenibile del Mediterraneo, soprattutto attraverso la cooperazione internazionale per la ricerca, la formazione professionale e l'educazione ambientale.
Organo fondamentale dell'Associazione è il suo Comitato Scientifico, interdisciplinare, che, fin dall'origine, comprende ricercatori italiani e stranieri esperti nei vari settori delle scienze del mare e dell'ambiente.
Grazie all'impegno del Comitato, l'Associazione ha realizzato finora 25 Rassegne Annuali di Mareamico, oltre a diverse tavole rotonde specifiche su singoli problemi, spesso su richiesta di amministrazioni locali. Le manifestazioni sono sempre state caratterizzate dalla presenza di relatori italiani e stranieri di alto profilo scientifico o istituzionale o operativo e si sono tenute, oltre che in Italia, talvolta anche in altri Paesi (Tunisia, Malta, Montenegro, Albania), con il supporto di Ministeri ed Enti Locali.
Le tematiche, oltre a problemi di biologia degli organismi marini e di chimico-fisica del mare, hanno riguardato anche vari aspetti connessi alle attività antropiche legate al mare e alle coste, dal turismo alla pesca, dall'acquacoltura alla portualità, dal traffico agli inquinamenti e alla realizzazione di riserve e parchi marini.
L'ottica con cui si sono affrontati i problemi è sempre stata improntata al superamento della logica dell'emergenza in nome di una programmazione razionale del territorio e di una partecipazione consapevole, anche quando la moda esigeva soltanto rigidità di divieti, spesso perfino discutibili. D'altra parte, la scelta di questa linea, oggi universalmente accettata col nome di "difesa attiva" dell'ambiente, stava scritta proprio nella ragion d'essere dell'Associazione, nel suo triangolo amministrazione-imprenditoria-scienza.
è in siffatto contesto che nelle ultime Rassegne s'è sviluppato il concetto di "servizio ecosistemico". Esso si riferisce ai processi ecosistemici che portano beneficio alle attività umane e che possono essere economicamente e socialmente valutati, così da fornire una base adeguata per i governi e per i settori economici al fine di inserire i problemi ecosistemici nei loro piani di sviluppo. La visione basata sul servizio ecosistemico permette di distinguere in mare tre diverse categorie di funzioni di cui può beneficiare l'uomo: la prima è determinata in condizioni naturali (es. attività ricreative, aree di riproduzione di specie commerciali), la seconda in risposta a situazioni di disturbo (es. inquinamento, overfishing), la terza riguarda ambienti controllati dall'uomo (es. acquacoltura, bacini di lagunaggio, cantonnement de pêche). La valutazione economica del servizio ecosistemico è una condizione essenziale per rendere le strategie di conservazione finanziariamente sostenibili, in quanto stimola la necessità di investire nella protezione e gestione delle risorse e apre nuove prospettive nelle strategie di conservazione del mare, soprattutto nelle regioni fortemente antropizzate della fascia costiera come quelle del Mediterraneo. Si viene così a superare la tradizionale teoria della conservazione basata sulla separazione dell'uomo dalla natura, prospettando nuovi approcci gestionali per una migliore integrazione delle attività umane con le esigenze ecosistemiche.
Accanto all'attività convegnistica, sono state portate avanti collaborazioni internazionali di ricerca, che in diversi casi hanno portato anche alla realizzazione di accordi istituzionali, tanto sul versante scientifico che sul versante politico. Basta ricordare soltanto il gemellaggio tra Mareamico e la Societé des Sciences Naturelles de Tunisie (che ha permesso anche un proficuo scambio di ricercatori), i programmi Interreg con Albania Grecia e Montenegro e il disegno di parchi transfrontalieri alle Bocche di Bonifacio o con la Tunisia.
Il Parco delle Bocche è assai localizzato, ma fondamentale anche per prevenire i possibili disastri in uno stretto tanto trafficato quanto rischioso per la navigazione, e ha già visto qualche anno fa la firma di un'intesa fra i ministri dell'ambiente d'Italia e di Francia; l'altro, invece, ancora allo stadio progettuale, comprenderebbe un vasto triangolo di mare fra Sardegna, Sicilia e Tunisia con una gestione coordinata delle aree protette dei due Paesi e una comune politica di turismo sostenibile o "ecoturismo" ed una comune politica di tutela ambientale comprendente anche le energie alternative e rinnovabili nella prospettiva del Countdown 2010.
Questa proposta era nata anche nella prospettiva dell'Unione Europea (Parigi, luglio 2008) di rafforzare la collaborazione fra la riva Nord e la riva Sud del Mediterraneo, ma l'azione verso i Paesi emergenti ha preso corpo pure in direzione della sponda orientale dell'Adriatico, in particolare con le due Rassegne tenute a Budva, in Montenegro, mirate a presentare uno specifico progetto, all'interno dei programmi IPA dell'UE, per il potenziamento ed il rafforzamento a rete dei trasporti marittimi e della portualità, quale passaggio obbligato per un reale sviluppo delle relazioni e dei rapporti interadriatici e interbalcanici.
La tematica dei trasporti marittimi e della portualità è stata un punto quasi fisso di tutte le Rassegne e nel quadro nazionale si è insistito in particolare sugli aspetti legati all'inquinamento, alla ristrutturazione e al riuso dei vecchi porti, alle problematiche del waterfront e alla necessità di sviluppare le "autostrade del mare".
Altro tema fisso di tutte le Rassegna è stato quello della pesca e dell'acquacoltura e anche su questo intensa è stata la collaborazione con gli altri Paesi del Mediterraneo [da segnalare in particolare la partecipazione ai programmi INTERREG Puglia-Montenegro-Albania], ma soprattutto s'è mantenuta viva la discussione sui provvedimenti europei in materia, che non sempre sono sembrati attenti alla specificità fisica e ambientale del nostro mare e s'è aperto il confronto sulla politica comune della pesca (la nuova PCP entrata in vigore il 1° gennaio 2014).
Il dibattito sul turismo marino s'è decisamente evoluto, durante le Rassegne, in direzione della realizzazione di un turismo sostenibile ottenuto grazie alla programmazione territoriale fondata sull'ingegneria del turismo, in grado di calcolare l'optimum di carico turistico in rapporto all'ecosistema fisico e al tessuto socioeconomico dei diversi luoghi; sicché quando si vedono ancora esempi -e sono molti- di degrado turistico (e ambientale) le cause vanno addebitate non a fatalità o ignoranza, ma a cattiva programmazione e/o incuria di imprenditori e di amministratori pubblici .
In maniera analoga, nel prosieguo delle Rassegne, accanto alla tematica della collaborazione internazionale per migliorare la formazione e l'educazione ambientale, s'è sviluppata quella della comunicazione: un problema ormai cruciale per una società come la nostra dove allo sviluppo dei media e della rete ha fatto riscontro la ricerca dello scoop a tutti i costi e della notizia "spettacolare e sconvolgente" anche in campo ambientale, dimenticando che l'abbandono della serietà sperimentale del dato e della conoscenza significa, in ultima analisi, mancata soluzione dei problemi e spreco di risorse, spesso impiegate per obiettivi falsamente importanti, proprio in virtù di una comunicazione pseudoscientifica.
Altro argomento di grande attualità, più volte toccato durante le Rassegne e affrontato in maniera specifica nelle ultime due, è stato, infine, quello dell'energia rinnovabile dal mare. Le tecnologie per la sua produzione sono in notevole sviluppo e particolarmente interessante appare, nello specifico, la possibilità di utilizzo delle correnti di marea dello stretto di Messina, che sembra prospettare rese decisamente promettenti.
Prof. Giuseppe Cognetti
Presidente Onorario
Comitato Scientifico Mareamico
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