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Giulia Motta Zanin - Il ruolo della partecipazione nella pianificazione dello spazio marittimo

Le aree costiere dovranno affrontare enormi sfide nei prossimi anni. Nel corso del ventesimo secolo, sia la popolazione che le attività umane sono aumentate notevolmente in queste aree, provocando un’ampia conversione dei paesaggi naturali costieri, uno sfruttamento eccessivo delle risorse e il peggioramento della resilienza dei sistemi costieri. Le aree costiere sono sistemi vulnerabili e il cambiamento climatico, che sta già avendo un impatto negativo sulle coste, aggrava la loro vulnerabilità causando diverse conseguenze.  Inoltre, spesso le aree costiere si trovano ad affrontare situazioni critiche a causa di inadeguate strategie di gestione e dalla mancanza di adeguate forme di pianificazione degli usi del suolo e di gestione dell’ambiente.

La complessità della pianificazione e gestione di questi sistemi è accresciuta dalle tensioni e dai conflitti tra diversi attori, spesso con interessi contrastanti, che vivono e lavorano nelle aree costiere. Tale complessità rende necessario promuovere politiche pubbliche capaci di fornire risposte articolate, che considerino non soltanto gli aspetti tecnici e normativi ma anche, in una visione di governance del sistema marino-costiero, gli aspetti economici, sociali, culturali e gestionali.

Ripensare la governance legata alla pianificazione e alla gestione delle zone marino-costiero richiede un cambiamento di rotta rispetto al passato, riducendo le pressioni e il sovrasfruttamento delle risorse e mettendo al centro la sostenibilità e la resilienza.Indicazioni in tal senso vengono dal d.lgs. n.201/2016 di attuazione della Direttiva 2014/89/UE, che disciplina la pianificazione dello spazio marittimo prevedendo il costante coinvolgimento di tutte le parti economiche e sociali interessate in tutte le fasi del processo decisionale al fine di “promuovere la crescita sostenibile delle economie marittime, lo sviluppo sostenibile delle zone marine e l’uso sostenibile delle risorse marine, assicurando la protezione dell’ambiente marino e costiero mediante l’applicazione dell’approccio ecosistemico, tenendo conto delle interazioni terra-mare e del rafforzamento della cooperazione transfrontaliera” (Art.1, comma 1, D. Lgs. 201/2016).

É fondamentale che la pianificazione dello spazio marittimo sia riconosciuta e accettata dal punto di vista sociale e politico e condivisa dalle diverse autorità e stakeholder coinvolti, abbassando il livello di conflittualità a favore di una buona governance che necessita di inclusione, trasparenza, legalità, responsabilità, decentramento e partecipazione.

Alcune sperimentazioni sviluppate nell’ambito della ricerca STIMARE (Strategie Innovative per il Monitoraggio e l’Analisi del Rischio Erosione), relativa alla definizione di strategie ottimali di intervento e gestione delle coste al fine di mitigare il rischio di erosione e di valorizzare il territorio, offrono spunti di riflessione per comprendere e valorizzare il ruolo della partecipazione nella governance legata alla pianificazione e alla gestione delle zone marino-costiere.

Giulia Motta Zanin, Dottore di ricerca e assegnista di ricerca presso il Politecnico di Bari