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Fulco Pratesi - Contributo

Pur nella sua limitata estensione (interessa solo l’1 per cento dell’intera superficie degli oceani), il Mar Mediterraneo racchiude in se prerogative di assoluta eccellenza.

Oltre ad aver dato i natali a religioni, filosofie e culture, questo mare stretto tra il continente africano e l’Europa, conserva una biodiversità di grande importanza. Basti pensare alla sua flora, che annovera compagini vegetali come la macchia mediterranea o le praterie di posidonia, introvabili altrove, o alla sua fauna che conserva entità uniche come il gabbiano corso, la foca monaca, il falco della regina e il cervo sardo.

In più, i suoi paesaggi costieri, le sue isole, i suoi vulcani, le sue spiagge attirano centinaia di milioni di turisti da tutto il mondo.

Ma questo incommensurabile tesoro ha bisogno di essere tutelato in maniera più efficace.

Perché il traffico di petroliere che ne percorre le acque causa inquinamenti, così come quelli di origine tellurica riversati attraverso i grandi fiumi. Perché una pesca eccessiva e in gran parte illegale, sta erodendo pesantemente gli stock ittici impoverendo sempre più la risorsa. Perché l’aggressione edilizia, balneare e turistica ne danneggia i luoghi più belli e ancora intatti. Perché lo sviluppo industriale dei Paesi rivieraschi attenta alla qualità dei fondali e delle acque.

Per un’azione di sensibilizzazione e di difesa attiva oggi operano, in Italia, diverse associazioni. Oltre al WWF – che ha creato e gestisce alcune riserve costiere e marine e si batte con decisione  contro gli eccessi della pesca -, Legambiente, dedicata soprattutto alla lotta agli inquinamenti, Marevivo impegnata nella promozione delle riserve marine e nella difesa delle specie in pericolo, Greenpeace, da anni coinvolta nella contestazione dei trasporti marittimi pericolosi e della pesca illegale, più molte altre entità che hanno a cuore la tutela del più bel mare del mondo e si adoperano concretamente nella sua protezione.

 

Dr. Fulco Pratesi – Presidente WWF