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Franco Prodi - Tavola Rotonda “Turismo sostenibile economico ed ambientale”

La frase di tanti,  a proposito del post Coronavirus: ” nessuna attività sarà come prima” vale certamente per tutte le attività, ma soprattutto per il turismo. Ne vedremo i cambiamenti da subito ma anche nel medio e lungo termine. Il mio contributo, nel delineare i futuri scenari, è quello di un fisico dell’atmosfera e climatologo, in un contesto di parole d’ordine accettate acriticamente, e che non condivido, di “lotta ai cambiamenti climatici” di “responsabilità dell’uomo al 97 % nel riscaldamento globale”, “decarbonizzazione immediata”  senza curare i problemi di una transizione traumatica e di diversissime condizioni dei continenti, e delle nazioni in essi. E la conoscenza del sistema clima non è tale da consentire di formulare previsioni affidabili, ma solamente di delineare scenari sui quali non è sensato fondare strategie a lungo termine.

Dall’altra parte c’è l’oggettività di un pianeta che si percepisce per la prima volta come limitato, e con disponibilità di potenza limitata. E c’è la certezza che l’uso del fossile, come avviene dalla fine del 1700 in diverse forme avrà una fine, anche se ancora non ben datata, e che l’attuale ricorso al fossile produce scorie (includendo anche il nucleare nel capitolo del fossile). Considerando le problematiche, sottostimate, connesse alle risorse rinnovabili si impone un discorso di sobrietà energetica da una parte e di assoluto rispetto dell’ambiente planetario dall’altra. Nell’attività turistica dal punto di vista energetico si renderà necessaria una riduzione drastica della mobilità del turista medio (distanza percorsa nel mese, nell’anno) a favore di un turismo lento, senza frenesia, con  maggiori permanenze a godimento delle bellezze artistiche e naturali . Sarà la fine del “mordi e fuggi” e a favore di presenze che non mettano a repentaglio il patrimonio ambientale. Nel nostro contesto l’ambiente marino deve avere priorità assoluta. Le catastrofi ambientali in oceani e mari stanno diventando più frequenti. Un cambio generale di stili di vita si impone, insieme ad un ideale di felicità slegato dal PIL e più fondato sulla cultura e l’arte, per sé e per gli altri.

Prof. Franco Prodi – Università di Ferrara