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Francesco Saverio Abate - Il contributo del Direttore generale della Pesca ITA.pdfDownload Share on Facebook

Il Mediterraneo è indiscutibilmente una delle culle della civiltà europea, è impossibile separare la pesca nel Mediterraneo da questa storia ricca e profonda: essa è parte integrante delle civiltà che vi si sono sviluppate. In tale contesto, il nostro Paese vanta una vocazione naturale per le attività legate al mare come la pesca, con la sua storia e le sue tradizioni.

Le risorse marine viventi, però, devono essere gestite con attenzione, nell’ottica di assicurarne la disponibilità per le future gene- razioni, così da garantire uno sviluppo sostenibile per il settore. Il mare va protetto da un eccessivo sforzo di pesca, così come dagli impatti negativi che scaturiscono da altre attività umane, in modo che la sua ricchezza possa costituire un patrimonio accessibile a tutti.

Negli ultimi anni la pesca italiana ha seguito un percorso diretto alla modernizzazione del comparto attraverso un approccio teso a declinare in modo innovativo i principi di sostenibilità ambientale, sociale, economica ed istituzionale. Tale percorso è diretto a contrastare le tendenze negative che hanno caratterizzato la recente evoluzione della pesca italiana, tra cui il progressivo deterioramento degli stock ittici, la consistente riduzione della flotta da pesca e dell’occupazione, la diminuzione delle quantità sbarcate, il consistente aumento dei costi di produzione che hanno determinato una progressiva riduzione dei redditi degli operatori.

Il recupero di una pesca sostenibile e competitiva non può che passare, preliminarmente, attraverso il recupero degli stock ittici e la difesa degli ecosistemi marini, ed in questo senso l’identificazione di tale priorità risulta coeren- te con gli impegni assunti dallo Sta-to italiano in sede internazionale e comunitaria.

Pertanto è neces- sario integrare le tradizionali politiche di tutela delle risorse con strategie attive di gestione che intervengano direttamente sulla dimensione del tempo dedicato alla pesca, sulle modalità di esercizio dello sfruttamento delle risorse, sulla regolamentazione degli stessi attrezzi da pesca, anche mediante l’introduzione di specifiche e localizzate misure tecniche di conservazione. Ciò richiede, senza dubbio, l’adozione di una strategia articolata e flessibile che coinvolga gli stessi operatori del settore ai diversi livelli ed in cui le azioni debbano essere modulate nel medio e lungo periodo.

Questo sforzo tuttavia, assume un pregio ancor più rilevante se accompagnato da un analogo impegno da parte di tutti gli Stati che si affacciano sul Mediterraneo. È importante cogliere l’opportunità offerta dalla 22a Rassegna del Mare, organizzata da Mareamico, poiché fornisce un punto di dialogo e confronto.

In tale ambito si potrà lavorare all’individuazione, delle migliori soluzioni applicative e delle eventuali soluzioni correttive in modo da assicurare un giusto bilanciamento tra esigenze di sviluppo e salvaguardia dell’ambiente marino e costiero degli Stati mediterranei.

FRANCESCO SAVERIO ABATE - Direttore Generale della Pesca Marittima e Acquacoltura - Ministero delle Politiche  Agricole, Alimentari e Forestali