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Eugenia Aloj Totàro - Il turismo ambientale e sostenibile nel Mediterraneo

Il Mediterraneo soffre della sua popolarità turistica per aver sempre promosso il turismo sole e mare senza considerare i possibili effetti sull’ambiente e sulla sostenibilità di tale successo. Il bacino Mediterraneo è nello stesso tempo l’area più affascinante d’Europa ed è una delle più frequentate al mondo ma per la stessa ragione è una delle più fragili e vulnerabili. La biodiversità naturale e culturale dei paesi mediterranei è altissima e questo aspetto costituisce la maggiore attrattiva turistica ma nello stesso tempo, è la causa che rende assai difficile il cammino verso lo sviluppo sostenibile. Le caratteristiche geografiche, il clima, la natura del territorio spesso aspro e selvaggio, la presenza di catene montuose e pochi corsi d’acqua espongono spesso le terre di queste aree a rischio di erosione e di incendi. Il mediterraneo, culla di diverse civiltà presenta eccezionali testimonianze di storia e di arte, esempi di eredità culturali e patrimonio dell’umanità tutta che sono troppo spesso da restaurare, e tanto più sono fragilmente esposte ai danni quanto più sono visitati.

L’economia di molti paesi del Mediterraneo dipende dal turismo, ma la mancata definizione del  limite della capacità portante di queste aree, a breve termine, distruggerà il fascino e la potenzialità turistica delle stesse. È previsto un crescente aumento della pressione turistica del terzo millennio nel Mediterraneo, le previsioni dell’Unione Europea prevedono un incremento dal 2000 al 2025 da 380 a 760 milioni di turisti che visiteranno le regioni mediterranee; ciò significa masse enormi di rifiuti liquidi e solidi e una pressione ambientale insostenibile per gli ecosistemi terrestri e marini. L’unica alternativa possibile per mantenere in vita il Mediterraneo è il passaggio del turismo di massa, preferito dagli operatori perché apportatore di più facili guadagni, a favore del turismo ambientale e sostenibile. E’ necessario pertanto dare spazio a un nuovo tipo di struttura ricettiva organizzata e strutturata nella logica della sostenibilità, sia ambientale che sociale, con sistemi di riciclaggio e riuso dei rifiuti e di gestione integrata della fascia costiera. Altri importanti problemi dei paesi del Mediterraneo dediti al turismo sono le ricorrenti carenze di acqua potabile, le barriere linguistiche dovute alla ristretta conoscenza delle lingue straniere da parte degli abitanti locali e delle lingue locali da parte dei visitatori: questo ultimo aspetto comporta la necessità di adeguata formazione professionale tra gli operatori turistici.

La fascia costiera costituita da un continuo susseguirsi di spiagge, dune, anfratti rocciosi, erbacei, e paesaggi indimenticabili, è stata da sempre una delle maggiori attrattive del Mediterraneo, ma per questa ragione è stata ed è la zona maggiormente esposta alla pressione del turismo ed agli effetti di diversi inquinamenti che ne minacciano gli equilibri ecosistemici.

Il turismo di massa si è sempre concentrato sulla fascia costiera costruendo alberghi e mega villaggi e distruggendo le identità locali di piccoli paesi, di baie e porti di pescatori ricchi della loro umanità e della loro tradizione.

Sulla fascia costiera mediterranea esisteranno nei prossimi anni ancora più drammatici problemi ambientali come la carenza di acqua potabile, gli scarichi inquinanti, la sempre più impellente richiesta di mega impianti per offrire a sufficienza posti letto. Ugualmente sarà sempre in crescita la richiesta di posti barca nei porticcioli per l’incremento nautico.

Il turismo costiero con tutte le attività del turismo nautico è in forte incremento in tutto il mondo specialmente sulle sponde del Mediterraneo e va di pari passo con l'aumento di villaggi vacanza, delle seconde case, degli chalet che sempre più con la loro presenza alterano i paesaggi  costieri mediterranei rovinando anche la tipica copertura vegetazionale della macchia mediterranea e distruggendo la naturalità diffusa di queste coste.

Il dibattito sullo sviluppo durevole del Bacino del Mediterraneo è essenzialmente legato alle scelte ed ai modi di gestire l’attività turistica in questi luoghi in quanto il turismo e le infrastrutture che lo accompagnano per buona parte sono responsabile dei nuovi problemi che minacciano il Mediterraneo che paesi rivieraschi hanno utilizzato soprattutto per la rendita economica proveniente dalle potenzialità ed attrattive turistiche della costa.

L’enorme sviluppo costiero dei paesi mediterranei e la loro valenza turistica hanno contribuito in modo essenziale allo sviluppo economico e al miglioramento delle condizioni di vita dei popoli  mediterranei ed ancora oggi si deve puntare, ma in termini e modi assai diversi, al potenziamento del settore turistico affinché l’impatto ecologico da esso determinato sia controllato e la valenza turistica sia permanente.

Lo sfruttamento ed il degrado dell’ambiente causato dalla massificazione del turismo sono stati la conseguenza del voler perseguire un beneficio economico così quasi totalmente urbanizzata perdendo, a causa delle costruzioni di alberghi, villaggi, camping, ecc., la sua propria naturalità.

Villaggi di pescatori con la loro autonomia di storia e tradizioni sono scomparsi per far posto ad autostrade, porti, porticcioli, centrali elettriche e tutte le risorse naturali sono state sfruttate oltre le loro ecologiche capacità di rigenerazione cioè di resilienza.

  Anche dal punto di vista della dinamica sociale il turismo di massa ha compromesso l’identità culturale dei Paesi mediterranei, perché in molti casi l’afflusso massiccio e soprattutto concentrato nei mesi estivi,  superando le capacità di accoglienza sociale e culturale delle comunità locali, ha provocato inevitabili squilibri e tensioni.

Inoltre tali squilibri sociali ed economici esaltano ancor più il dislivello tra regioni costiere e aree marginali interne la cui condizione di sottosviluppo può essere rimossa soltanto grazie ad una pianificazione  e programmazione generale del territorio in funzione della sostenibilità.

Le prospettive del turismo ambientale nel Mezzogiorno d’Italia

Il turismo ambientale nelle regioni meridionali italiane ha una grande prospettiva di sviluppo grazie alla diversità dei paesaggi culturali e naturali situati in uno spazio relativamente piccolo al centro del Mediterraneo, sintesi di civiltà diverse e ben accessibile da diversi Paesi europei ed extraeuropei.

D’altra parte la presenza in questi territori di ecosistemi fragili raccomandano la messa in essere di tutte le misure e le potenzialità possibili, per rendere effettivamente sostenibili, in tali regioni, le attività turistiche che costituiscono un notevole bene economico. Ma proprio la presenza di ecosistemi fragili come la fascia costiera, le foreste ed i boschi, i centri storici, le grotte sotterranee, i sistemi lacustri e fluviali, raccomandano un’attenzione particolare a fissare i limiti della capacità portante. Se la crescita turistica è troppo rapida e massiccia, per questi territori i danni ambientali che possono essere arrecati diventano difficilmente eliminabili o risolvibili.

I siti del Mezzogiorno italiano per quanto sopra esposto sono a rischio ambientale e pertanto la politica della loro gestione turistica deve essere predittiva del rischio ambientale: solo in tal caso la produttività economica di tali aree può essere assicurata anche in futuro.

Il ritorno a forme di vita naturali come quelle che ancora si svolgono nei piccoli borghi e paesi oltre a rappresentare la risposta possibile all’intensità e agli affanni del sistema di vita metropolitano rispecchiano certamente l’aspettativa turistica nel rispetto dell’autenticità del paesaggio naturale e culturale spesso ancora intatto ed incontaminato. Ma una tale strategia di sviluppo, per le enormi potenzialità turistiche del Mezzogiorno italiano, significa prima di tutto un cambiamento dei comportamenti di tutti i turisti, i visitatori e gli operatori del settore. Una migliore conoscenza dei cicli della natura è essenziale soprattutto nelle zone interessate allo sviluppo turistico, per avere così una conoscenza approfondita delle interconnessioni storiche, socio economiche ed antropologiche che hanno caratterizzato la vicenda umana nel territorio.

Ma anche le pubbliche amministrazioni sono chiamate a svolgere un ruolo in tale programmazione, sia stimolando comportamenti corretti individuali e collettivi nei confronti della natura e territorio, sia programmando iniziative di gestione corretta per quanto attiene alla produzione ed ai consumi energetici, alla gestione dei rifiuti, alla disponibilità della risorsa acqua, alla limitazione dell’inquinamento acustico, alla gestione dei litorali, alla prevenzione degli incendi.

Altro fattore determinante lo sviluppo delle potenzialità turistiche delle regioni meridionali italiane, sarà la maggiore affermazione del concetto di cooperazione tra i diversi enti pubblici e privati delle attività turistiche. In particolare il turismo ambientale è basato su meccanismi di gestione integrata che rivalutano le risorse esistenti utilizzando soprattutto le capacità di impresa di amministratori e gestori che, grazie a nuove tecnologie di comunicazione e marketing, possono far giungere il messaggio attrattivo del loro territorio a mercati sempre più lontani, attirando così flussi turistici di qualità alla ricerca di giacimenti culturali e naturali ancora intatti. In sintesi la politica turistica più adatta ad uno sviluppo del turismo ambientale nel Mezzogiorno italiano e più produttivo sul piano dello sviluppo socio economico sostenibile potrebbe e dovrebbe svilupparsi intorno a questi assi portanti:

  • protezione e valorizzazione dei giacimenti culturali e della naturalità diffusa che costituiscono la peculiarità ambientale del Mezzogiorno italiano;
  • rivalutazione e sviluppo del senso della mediterraneità come momento di identità e cooperazione tra i popoli del bacino del Mediterraneo in una logica delle analogie ma anche delle diversità etniche;
  • sensibilizzazione di tutti gli abitanti alla coscienza dei valori della tradizione popolare e del bene ambientale che rappresenta la vera ricchezza del territorio;
  • esortazione a sviluppare una politica di turismo sostenibile tutelando il bene ambiente visto come bene economico in una logica di turismo di responsabilità.
 
 

-          Valore intrinseco della natura e della cultura;

-          Riconoscimento della natura e della cultura quale patrimonio ereditario inestimabile da trasmettere in tutto il suo valore;

-          Corresponsabilità individuale e collettiva nella gestione del patrimonio naturale e culturale.

 

 

 

 

 

 

 

 

            Principi base per un turismo sostenibile