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Enrica Cancila - Certificazione ambientale: stato dell

ABSTRACT

L’Italia si può dire all’avanguardia in molti settori della certificazione ambientale ed è in ottima crescita anche per i numeri che esprime sia riguardo alla Registrazione EMAS (l’Italia è solidamente la terza in Europa) sia per la certificazione Ecolabel (prima). Il continuo aumento delle Registrazioni anche dato dal coinvolgimento sempre più ampio degli enti locali ha portato ad efficaci risultati ed ha aperto nuove strade e sperimentazioni. L’Organizzazione dei giochi Olimpici invernali (Torino 2006), l’Autorità portuale di Livorno, il comune capoluogo di Grosseto, la provincia di Parma, i distretti industriali, sono solo alcuni esempi di nuovi campi applicativi e di risultati di grande rilevanza. A fronte di queste positive considerazioni è giusto però approfondire dove EMAS e la certificazione in generale possa efficacemente migliorare e quali siano le prospettive di medio-lungo termine per questo strumento volontario di eccellenza.

 

  1. INTRODUZIONE - IL SIGNIFICATO DELL’EMAS E DELL’ECOLABEL

 La certificazione ambientale in Italia ha fatto passi da gigante in pochi anni perché si pone nel solco di una profonda trasformazione culturale, ancora in atto, che ha interessato il Paese negli ultimi trent’anni. Solo poco tempo fa un sondaggio ci ha detto che tre persone su quattro sono interessate alle tematiche ambientali; il 60% giudica l'ambiente importante quanto lo sviluppo economico e il 35% lo mette, addirittura, al primo posto nella propria scala di valori. Ciò a conferma delle modificazioni di mentalità e di sensibilità, in atto nella società contemporanea, e, quindi, dell’accresciuta attenzione verso  l’ambiente. Lo sviluppo di una rinnovata visione del mondo in cui viviamo sta portando in primo piano una pressante richiesta di traduzione in fatti concreti dei principi espressi  dallo sviluppo sostenibile.

All’interno del concetto di “ sviluppo sostenibile “ si colloca la “certificazione ambientale”, introdotta, anche in Italia, dalla Comunità Europea, a partire dai primi anni novanta, attraverso Emas ed Ecolabel.

La caratterizzazione più significativa, di entrambi questi strumenti di certificazione, è costituita dalla assoluta volontarietà della decisione assunta dal richiedente di partecipare al complesso iter di verifiche e di innovazioni da introdurre, affinché la propria attività imprenditoriale o i prodotti messi in commercio siano conformi alle normative comunitarie in materia ambientale e possano, pertanto, utilizzare il marchio rilasciato o da Emas o da Ecolabel.

Emas certifica che una struttura produttiva, o una struttura fornitrice di servizi, o una pubblica amministrazione ha trasformato il proprio ciclo produttivo, la propria organizzazione, la qualità dei servizi offerti, in modo da assicurare il minimo impatto ambientale possibile, garantendo una migliore qualità della vita ai propri dipendenti, ai cittadini che vivono nelle zone limitrofe ed ai consumatori in generale.

Ecolabel certifica, invece, che un prodotto- al momento la Comunità Europea ne ha identificati 21, mentre altri cinque, sono in via di definizione- rispetti in pieno le normative e consenta così di poterlo presentare con il simbolo del fiore della margherita.

L’adesione ad Emas è basata non solo sul rispetto dei limiti  imposti dalle leggi, che  rimane comunque un obbligo dovuto, ma sul miglioramento continuo delle proprie prestazioni ambientali, sulla creazione di un rapporto nuovo e di fiducia con le istituzioni e con il pubblico e sulla partecipazione attiva dei dipendenti. L’impegno, pertanto, che viene assunto dall’impresa o dall’Ente locale è basato sulla trasparenza e sull’accettazione del controllo e delle verifiche portate avanti da un soggetto terzo, imparziale. Ottenere la registrazione Emas, insomma, non significa raggiungere un traguardo ma, al contrario, accettare di collocarsi sulla striscia di partenza di un percorso virtuoso.

Con la nuova legge di riordino in campo ambientale si prevede l’introduzione di sostegni alla politica di certificazione. Si tratta del riconoscimento dell’importanza che la politica europea su Emas ed Ecolabel può svolgere nel chiamare al coinvolgimento nella concreta, quotidiana operatività a favore del territorio e dell’ambiente imprenditori, lavoratori, amministratori, cittadini, consumatori, nella consapevolezza che per la difesa della natura e del mondo in cui viviamo non ci sono differenze di razza, di credo religioso o d’opinioni politiche, perché tutti quanti siamo stati incaricati di custodire il patrimonio affidatoci nella maniera più equilibrata e saggia possibile.

  1. LO STATO DELL’ARTE DELLA REGISTRAZIONE EMAS

 L’incremento delle Registrazioni EMAS in Italia era stato del 28% da giugno 2003 a giugno 2004, risultato a suo tempo già confortante, nel periodo 31 Luglio 2004 – 31 Luglio 2005 lo stesso tasso di crescita è passato al 68%, passando da 201 a 338 registrazioni, corrispondenti a circa 450 Siti registrati EMAS al 31 Luglio 2005 in Italia.

Particolarmente apprezzate nel contesto Comunitario sono le presenze numerose di organizzazioni dei settori dei rifiuti, energetico, agroalimentare e, ritornando sui numeri, il dato riguardante le Pubbliche Amministrazioni, giunte a 26 Registrazioni; così come apprezzata è l’azione sinergica e non concorrenziale condotta in Italia tra i due Strumenti EMAS ed Ecolabel, del tutto evidente nel caso dei servizi al turismo e nelle politiche sul Green Public Procurement applicate alla Pubblica Amministrazione.

Altre attività di grande interesse in corso riguardano il gruppo di lavoro sulle aree omogenee che consta di 18 fra aree e distretti industriali che stanno intraprendendo il percorso di Registrazione e l’attività legata alla formazione condotta attraverso l’iniziative delle Scuole Ecolabel-Emas giunte al numero di 20 distribuite su tutto il territorio nazionale1.

Pur avendo già detto della crescente diffusione di EMAS nella Pubblica Amministrazione, vanno evidenziate all’interno di questo ampio settore le situazioni relative agli Enti Locali e Territoriali (Comuni, Province, Comunità Montane) ed alle Aree Protette (Parchi Nazionali e Regionali, Aree Marine Protette, Riserve). In questo campo le Registrazioni italiane ci portano all’apice in tema di sperimentazione: prima autorità portuale, prima provincia europea, primo comune capoluogo, primo parco nazionale etc.etc.

Capito lo spirito di EMAS ed il felice momento che attraversa in Italia per numeri ed iniziative è bene concentrarsi sulle tendenze future per consentire sia di evidenziare i possibili miglioramenti che lo strumento comunitario potrebbe avere nella revisione prevista per il 2007/2008 sia gli attuali punti di debolezza (in Italia ed a livello europeo) che ne limitano il successo.

  1. APPROFONDIMENTO: EMAS e Strumenti volontari tendenze future 

Come sottolineato in precedenza EMAS conta oltre 4000 siti in Europa di cui oltre 400 in Italia numeri non eccezionali se si pensa che ha da poco superato i dieci anni dalla sua nascita ed è in questo senso che parliamo di limitato successo. Proponendoci di osservare rapidamente la storia di EMAS possiamo percepire alcune importanti informazioni utili anche per costruire una visione sugli sviluppi futuri.

EMAS nasce come strumento volontario in grado di portare ad una performance ambientale complessiva migliore grazie ad un sistema di mutuo riconoscimento fra i vari “attori” sociali. Enti pubblici, consumatori, cittadini, associazioni, riconoscono il valore aggiunto ambientale che l’organizzazione si è impegnata a perseguire e le portano vantaggi in termini di quote di mercato, semplificazioni amministrative, diminuzione di costi (quote assicurative, prestiti bancari, accesso), incentivi economici (accesso a fondi regionali e nazionali) etc, …. . Il circolo virtuoso innestato (auspicato sin dal V programma di azione ambientale della CE , denominato “let’s work together” e ribadito nel sesto) si avvia se esistono alcune condizioni elementari grazie alle quali in un sistema teorico perfetto il mercato premierebbe le aziende/organizzazioni virtuose. Tralasciamo ai fini del ragionamento aspetti estremamente rilevanti concernenti la “disponibilità a pagare” del consumatore per un bene prodotto con maggiori garanzie di eco-compatibilità sul quale è evidente che debbano essere fatte riflessioni complesse inserite in un contesto di mercato globalizzato. Concentriamoci invece sulle relazioni e la comunicazione fra gli attori sociali. Una condizione, infatti, molto rilevante è la perfetta informazione fra gli attori che garantisca il principio “Fame and Shame” citato dall’ultimo programma e quindi giungere  a quei benefici che EMAS promette.

In Europa le iniziative su EMAS sono differenziate ed hanno visto un’iniziale esplosione dello strumento in Germania ed Austria per poi vederne un assestamento negli ultimi due- tre anni coincidente ad un evidente “cambio di passo” da parte di Spagna ed Italia che avanzano al ritmo di oltre il 60% di incremento annuo. In dieci anni cioè l’Europa è  andata a due velocità e a ben vedere devono essere distinte due fasi. Una possibile analisi può essere fatta partendo anche dall’origine dello standard ISO sui sistemi di gestione ambientale. L’ISO14001 nasce nel 1996 e si sviluppa sostanzialmente sui dettami contenuti dalla norma British standard. La prima fase di EMAS si contraddistingue quindi come lancio di uno strumento innovativo ed arrivato per primo in un mercato sino a quel momento coperto da sole norme nazionali (e che solo tre anni dopo vede nascere uno standard ISO applicabile). Nazioni sensibili al tema come Austria e Germania sfruttando sistemi delocalizzati e/o semplici iniziano a promuovere velocemente EMAS sia grazie a finanziamenti pubblici sia grazie al fattore “novità” avviando la prima fase di EMAS. Successivamente lo standard ISO si consolida e le caratteristiche di maggiore semplicità applicativa, collegamento forte al mondo già sviluppato della qualità, lo lanciano verso numeri importanti con ritmi sempre incrementali. Arriviamo quindi alla revisione dello schema EMAS il cosiddetto EMASII. Il nuovo Regolamento prende atto dello standard ISO e lo inserisce per la parte relativa al sistema di gestione nello schema applicativo del Regolamento stesso. Pur rimanendo elementi di differenziazione fra cui la Dichiarazione Ambientale ed una maggiore rigidità nei requisiti di analisi e di conformità normativa i due standard si fronteggiano quasi come concorrenti in un “mercato” ancora non pronto a percepirne differenze e soprattutto vantaggi differenziali. In uno scenario come quello descritto Spagna ed Italia avviano comunque una seconda fase di crescita (parallela comunque ad elevati tassi di crescita anche dell’ISO14001) basata su principi diversi fra loro ma con elementi comuni. Trasparenza, Credibilità, Performance divengono non solo lo spot di EMAS ma anche delle autorità locali che intravedono in EMAS uno strumento istituzionale (cosa che manca allo schema ISO) e soprattutto uno strumento per costruire efficaci politiche ambientali che proseguano logiche avviate nei processi di Agenda 21 locale od accordi territoriali.

La disamina sicuramente lacunosa per brevità sottolinea efficacemente un elemento fondamentale; se EMAS nasce come strumento governato dalle sole leggi del mercato ed ha l’imprimatur di primo sistema sopranazionale nel tempo lo standard ISO14001, che garantisce quasi gli stessi vantaggi con minore rigidità e complessità, diviene il primo standard per numero di organizzazioni. EMAS continua a crescere ove non è il solo mercato ad essere premiale ma bensì dove si creano delle condizioni di vantaggio locale. L’esempio italiano della Regione Emilia - Romagna e da qualche anno della Regione Toscana mostrano che ove sia elemento di politica ambientale EMAS assuma consistenza non solo in termini di numeri e quindi di organizzazioni registrate ma anche e soprattutto unendo nel territorio tutti i portatori di interesse verso obiettivi comuni e creando quel circolo virtuoso di vicinanza alla perfetta informazione che potrebbe essere punto di partenza per una forte premialità dello schema. Probabilmente vale la pena spiegare cosa intendiamo per “unendo nel territorio tutti i portatori di interesse”. L’esempio Italiano è, infatti, quello di un sistema in cui si può iniziare a valorizzare un nuovo e più forte rapporto di fiducia fra aziende registrate ed enti pubblici, fra enti locali registrati e cittadini, fra cittadini ed aziende registrate.

Noi pensiamo ad EMAS come strumento di governance in un territorio e non come strumento governato dal mercato. La filosofia di EMAS nel medio lungo periodo deve essere quella di massimizzarne i benefici senza assumerne da subito l’auto sostenibilità dello strumento in un mercato. EMAS deve divenire la chiave che apre la porta dell’informazione ambientale, della trasparenza, di un clima di fiducia e dialogo fra gli attori. Questo non perché EMAS sia debole ma perché la sua mission non può divenire quella già portata avanti dallo schema ISO ma ne devono essere valorizzate le peculiarità istituzionali.

Nel medio- lungo periodo quindi le iniziative che dovranno essere portate avanti a livello europeo e nazionale non dovranno essere mirate tanto al finanziamento per l’ottenimento della certificazione ma essere mirate a vantaggi e benefici concreti.

Le iniziative italiane sulle aree industriali, sui distretti, nelle aree turistiche e verso la registrazione degli enti locali rientrano in questo schema: EMAS come Governance del territorio.

Elemento da non trascurare è evidentemente l’appeal2 dei sistemi di gestione ambientale verso il consumatore. E’ chiaramente una visione di EMAS verso il mercato ma che è necessaria quale collegamento importante nel più volte citato circolo virtuoso di benefici. Come è noto, e come è rapidamente spiegato nella parte introduttiva, le certificazioni di processo (come EMAS ed ISO14001) e le certificazioni di prodotto (come Ecolabel ed  EPD) sono due approcci distinti che al momento più che essere sinergici (come dovrebbero) appaiono come un appesantimento nella comunicazione verso il cliente/consumatore su quale sia l’approccio eco-compatibile. Tecnici esperti dei vari strumenti possono spiegare velocemente e correttamente le distinzioni fra le tipologie e gli schemi di certificazione e dire di vantaggi effettivamente differenziati, ma, sostanzialmente, non risolvono un problema di comunicazione che è esprimibile in questi termini: la certificazione ambientale non raggiunge efficacemente il consumatore/cliente3. EMAS ha un proprio logo4 che però non può essere associato direttamente ai prodotti ed è in generale ancora poco utilizzato dalle organizzazioni registrate.

Il tema dell’utilizzo del logo sarà un obiettivo proposto per EMAS nella revisione del Regolamento come anche le azioni che il Comitato per l’Ecolabel e l’ecoaudit porterà  avanti per massimizzare le sinergie con la certificazione di prodotto Ecolabel anche utilizzando eventuali schemi di raccordo nazionali.

E’ evidente ad ultimo che la normativa Europea e Nazionale giocherà un ruolo fondamentale per poter rendere EMAS uno schema appetibile. In tal senso la Raccomandazione sulla Strategia Urbana, i decreti applicativi della legge delega, la normativa IPPC rappresentano già primi elementi importanti.

Ad ultimo sottolineiamo che i due approcci della visione di EMAS, come si evincerà, non sono comunque perfettamente distinti ed i punti di unione sono estremamente forti come nel caso sopra trattato del logo e dell’utilizzo della Dichiarazione Ambientale

  1. CONCLUSIONI 

Molti elementi portano a dire che EMAS è un valido strumento per intraprendere un percorso virtuoso da parte di un organizzazione. Ma EMAS deve divenire molto di più di questo, differenziandosi dal sistema ISO, e divenendo uno strumento di governance nei territori5. La garanzia istituzionale di EMAS e le caratteristiche di trasparenza e credibilità che ne fanno uno strumento di eccellenza ambientale devono divenire ancor di più punti di forza e capisaldi di una politica prima europea, successivamente nazionale e delle regioni nel quadro di un corretto processo di federalismi ed, ancora a caduta degli Enti Locali, a cominciare dalle Province il cui ruolo di coordinamento, sul tema delle certificazioni ambientali, si è rivelato assai valido e ulteriori potenzialità può esprimere. Politica, logicamente, non da intendersi semplicemente attraverso strumenti di finanziamento per l’ottenimento della registrazione ma bensì in una serie di iniziative che portino a regime benefici concreti per le organizzazioni che hanno aderito allo schema.

Proprio per rinforzare questi benefici appaiono opportune azioni forti (come sono già state proposte in sede di commissione europea) per un migliore e più diretto utilizzo del “marchio” EMAS e della Dichiarazione Ambientale.

 

Enrico Cancila, Componente del Comitato per l’Ecolabel e per l’Ecoaudit

 

 

1 Per maggiori informazioni sui due temi è possibile consultare il sito www.emas-ecolabel.it

2 Inteso nel senso di riconoscibilità del prodotto dell’azienda senza introdurre il tema della “disponibilità a pagare” un

prezzo differenziale

3 Il presente contributo no si propone di approfondire il tema sottolineando uno spunto per il ragionamento introdotto.

4 Vedere contributo P.Molinas per approfondimenti

5 Inteso come massima diffusione presso le organizzazioni presenti sui territori anche grazie alle politiche degli enti locali.

  1. Bibliografia 
  • UNI EN ISO 14001:04 (2004). “Sistemi di gestione ambientale. Requisiti e guida per l’uso”.
  • Regolamento CE n.761/2001 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 marzo 2001, “sull’adesione volontaria delle organizzazioni ad un sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS)”. (G.U.C.E. 24 aprile 2001, L 114/1).
  • Posizione del Comitato per l’ecolabel e per l’ecoaudi sull’applicazione del regolamento EMAS sviluppato in Ambiti Produttivi Omogenei; 28 gennaio
  • “Emas sviluppato nelle aree e nei distretti industriali” di Enrico Cancila, Comitato Ecolabel ecoaudit, Rivista Ambiente n. 5 maggio 2005, Edizioni
  • Decisione n. 1600/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 luglio 2002, che istituisce il sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente, GU L 242 del 10.9.2002.
  • Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni n. 60 dell’11 febbraio 2004 “Verso una strategia tematica sull’ambiente urbano”