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Drafinsub - Decomminssioning in Adriatico : smantellare o riconvertire?

In Italia ci sono 136 piattaforme (di cui 13 entro le 12 miglia), tra esse 16 (10 entro le 12 miglia) sono prossime al termine del loro ciclo produttivo. Il MISE sta lavorando per definire protocolli di decomissioning che garantiscano il massimo della sicurezza, contemplando anche il possibile riutilizzo di queste infrastrutture anche per altre attività quali la ricerca scientifica o la produzione di energie rinnovabili. Sulla questione si interroga anche la commissione europea sugli affari marittimi, che con la risoluzione del 17 giugno 2014 promuove una strategia specifica per la zona del mar Adriatico e Ionio, ed il ROCA, l'associazione ravennate di compagnie offshore, di cui Drafinsub é membro.

I problemi tecnici relativi alla messa in sicurezza e all'abbandono sicuro dei pozzi offshore, nonché l'enorme costo associato alla rimozione e alla bonifica delle stutture offshore sono una preoccupazione per le compagnie petrolifere e le comunità locali. Tuttavia, in coerenza con i principi dell'economia circolare, gli impianti offshore dovrebbero piuttosto essere considerati un bene prezioso per cui dovrebbero essere prese in considerazione alternative per il riutilizzo prima della rimozione o dello smaltimento. Un certo numero di alternative tecnologiche sono attualmente in fase di sviluppo per il riutilizzo delle strutture offshore, anche nel quadro delle iniziative Blue Growth promosse dall'UE: dalle ben note iniziative rig-to-reef all'integrazione nelle strategie di produzione di energia rinnovabile o in sistemi di produzione di energia ibrida offshore.

Non bisogna peró dimenticare di garantire l'assistenza agli operatori del settore offshore nella definizione di un futuro energetico che tenga conto della necessità di ridurre l’impatto ambientale senza disperdere il prezioso patrimonio di competenze ed esperienze costruito nei decenni dalle aziende ravennate attive nell’oil & gas. Non é concretamente possibile, allo stato attuale, pensare ad una transizione in tempi brevi ad approvvigionamenti da fonti totalmente rinnovabili e nuovi investimenti nel settore amplierebbero la possibilità di approvvigionamento locale riducendo sia i costi che l'impatto ambientale causato dal trasporto e dalla movimentazione del gas.