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Daniela Addis - Aree Marine Protette all’interno e al di là della giurisdizione nazionale ITA.pdfDownload Share on Facebook

Daniela Addis - Aree Marine Protette all

Quest’anno, la XXII Rassegna del Mare sulle  “Strategie di conservazione e gestione: il ruolo della Sicilia”, si occupa anche della conservazione della Biodiversità e del ruolo delle Aree Marine Protette. Com’è noto, l’interesse della comunità internazionale si sta sempre più focalizzando sulla tutela della biodiversità nelle aree site al di là delle giurisdizioni nazionali (ABNJ), anche attraverso la creazione di una rete di aree marine protette.

La protezione della biodiversità nelle aree al di là delle giurisdizioni nazionali e la posizione dell’Unione Europea.

L’Unione Europea ha espresso il suo convincimento affinché la comunità internazionale trovi un accordo su un programma di cooperazione coerente con la Parte XIV della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, sullo sviluppo e trasferimento di tecnologia marina, che sia applicato a livello regionale. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, decidendo nel 2004 la costituzione di un gruppo di lavoro per lo studio della conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità marina al di là delle zone di giurisdizione nazionale, sembra avere avviato un processo di grande rilevanza. Inoltre, l’UE ha adottato delle misure per l’attuazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite in materia di pesca sostenibile relativamente agli attrezzi da pesca di fondo negli ecosistemi marini vulnerabili nelle ABNJ, con Regolamento 734/2008/CE del 15 luglio 2008 relativo alla protezione degli ecosistemi marini vulnerabili d’alto mare dagli effetti negativi degli attrezzi da pesca di fondo.

Progetto del RAC/SPA per l’identificazione di ASPIM in aree del Mar Mediterraneo al di là della giurisdizione nazionale.

In questo contesto, al fine della costituzione di una rete ecologica rappresentativa delle aree marine protette nel Mediterraneo, coerentemente a quanto previsto dal Protocollo relativo alle zone specialmente protette e alla biodiversità nel Mediterraneo (Protocollo SPA/BD) della Convenzione di Barcellona, ed in particolare coerentemente a quanto previsto per le Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea (ASPIM), anche in zone di alto mare, il RAC/SPA (Regional Activity Centre o Centro Regionale di Attività responsabile per il Protocollo SPA BIO sulle aree protette e la biodiversità), sta realizzando un progetto, finanziato dalla Commissione Europea DG Ambiente, che ha come obiettivo l’identificazione di ASPIM in aree del Mar Mediterraneo al di là della giurisdizione nazionale. Il progetto è articolato in due fasi. La prima, relativa al periodo 2008-2009, comprendeva una panoramica dei dati scientifici disponibili utili ai fini della identificazione di zone prioritarie per la conservazione di aree in alto mare, che possono comprendere aree potenzialmente ascrivibili nella lista ASPIM. La seconda, iniziata nel 2010, ha lo scopo di (i) assegnare una priorità, ove possibile, alle aree identificate sulla base dei criteri ASPIM, sia scientifici sia di fattibilità; (ii) completare le eventuali lacune valutative; (iii) predisporre la short list di zone prioritarie per la conservazione di ABNJ, ascrivibili nella lista ASPIM.

Terminologia.

Nella tematica trattata, si tenga presente la seguente distinzione terminologia:

Terminologia giuridica - Aree al di là della giurisdizione nazionale (“areas beyond national juisdiction”) e alto mare (“high sea”), quest’ultimo inteso  come mare internazionale, ovvero quale spazio marino sottratto al controllo di un singolo Stato. Nel mare internazionale ogni nave è sottoposta all’esclusivo potere dello Stato della bandiera. In tale area, i fini di tutela non possono che essere assicurati se non attraverso un’azione di ciascuno Stato nei confronti delle proprie navi, oppure attraverso la cooperazione internazionale (Accordi bilaterali o multilaterali);

Terminologia scientifica – Mare aperto, incluse le profondità marine (“open sea, including the deep sea”), terminologia che non entra nel merito delle questioni giuridiche sulla delimitazione dei confini marini e delle rispettive aree sottoposte o meno a sovranità o giurisdizione nazionale.

Accordo relativo alla creazione nel Mediterraneo di un santuario per i mammiferi marini.

Nel Mediterraneo abbiamo un precedente, costituito dal Santuario per i mammiferi marini, istituito con accordo del 1999 tra l’Italia, la Francia e il Principato di Monaco, iscritto nel 2001 nella lista ASPIM. Il suo Art 3 prevede che esso è costituito “da zone marittime situate nelle acque interne e nei mari territoriali della Repubblica Francese, della Repubblica Italiana e del Principato di Monaco, nonché dalle zone di alto mare adiacenti”. All’Art 14 si specificano le competenze, prevedendo in particolare che “nella parte di Santuario situata nelle acque che ricadono sotto la sua sovranità o giurisdizione, ognuno degli Stati Parti all’Accordo è competente per assicurare l’applicazione delle disposizioni di quest’ultimo. Nelle altri parti del Santuario, ciascuno degli Stati Parti è competente ad assicurare l’applicazione delle disposizioni dell’Accordo nei confronti delle navi battenti la sua bandiera nonché, nei limiti previsti dalle regole del diritto internazionale, nei confronti di navi battenti la bandiera di Stati terzi”.

Trova qui applicazione il principi di diritto internazionale pacta tertiis, secondo cui i diritti e le obbligazioni discendenti dai trattati riguardano esclusivamente le Parti contraenti. Gli Stati terzi saranno interessati solo se vi è stato un loro previo consenso ovvero laddove previsto dal diritto internazionale.

Primi risultati dl progetto RAC/SPA

Le aree di conservazione prioritaria in cui individuare i siti che possono essere candidati per la loro inclusione nella lista ASPIM sono state identificate nei tratti di mare in cui esistevano un sufficiente numero di dati disponibili, riferentesi quasi esclusivamente ad alcune specie, allo sforzo di pesca, alla presenza di specie migratrici (uccelli). Al momento sono state individuate le seguenti 13 aree, che coprono 527,300 KMq, corrispondenti a circa il 21% della superficie del Mediterraneo:

1 Alborán Seamounts

2 Southern Balearic

3 Gulf of Lions shelf and slope

4 Central Tyrrhenian

5 Northern Strait of Sicily (including Adventure and nearby banks)

6 Southern Strait of Sicily

7 Northern and Central Adriatic

8 Santa Maria di Leuca

9 Northeastern Ionian

10 Thracian Sea

11 Northeastern Levantine Sea and Rhodes Gyre

12 Eratosthenes Seamount

13 Nile Delta Region

Di queste:

  • 4 riguardano direttamente l’Italia, poiché prospicienti le proprie coste (la n. 4 Central Tyrrhenian, la n. 5 Northern Strait of Sicily, la n.  7 Northern and Central Adriatic e la n. 8 Santa Maria di Leuca);
  • Altre 2 riguarderebbero l’Italia in quanto situate in zone di mare confinanti con il mare territoriale, ovvero la piattaforma continentale ovvero la istituendo Zona di Protezione Ecologica italiana (la n. 6 Southern Strait of Sicily e la n. 9 Northeastern Ionian).

Si ricorda, infatti, che il Protocollo SPA/BD, che si applica anche all'alto mare, all’art 9, co 2 prevede che la proposta per l’inclusione dell’area nella Lista ASPIM sia avanzata “(a) by the Party concerned, if the area is situated in a zone already delimited, over which it exercises sovereignty or jurisdiction; (b) by two or more neighbouring Parties concerned if the area is situated, partly or wholly, on the high sea; (c) by the neighbouring Parties concerned in areas where the limits of national sovereignty or jurisdiction have not yet been defined”.

In conclusione:

  • Ai fini dell’iscrizione nella lista ASPIM è necessario che l’area sia stata precedentemente istituita quale area protetta e che, come tale, abbia uno statuto giuridico, i piani di gestione e i mezzi per la loro attuazione. Pertanto, finché non si addiverrà alla completa e definitiva istituzione di un’area specialmente protetta, con l’accordo delle Parti interessate, essa non potrà essere iscritta nella lista in questione;
  • Si riscontra l’esigenza di acquisire maggiori informazioni tecnico scientifiche relativamente alle citate aree che potrebbero interessare l’Italia, anche al fine di poter valutare le relative caratteristiche, vulnerabilità e criticità che motiverebbero l’interesse italiano alla loro istituzione quale aree specialmente protette di interesse mediterraneo da iscriversi nella Lista ASPIM, alla luce dell’esperienza maturata con il Santuario per i mammiferi marini;
  • Si sottolinea, infine, l’opportunità che l’Italia adotti un approccio proattivo ai Tavoli internazionali, in particolare ai meeting dell’UNGA-UNDOALOS (United Nations Office of Legal Affairs and its Division for Ocean Affairs and the Law of the Sea), quale sede naturale per l’impegno italiano affinché vi sia una evoluzione del diritto nella direzione da noi auspicata.

 

Daniela Addis – Consulente giuridico ambientale