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Attilio Licciardi - Ustica Turismo sostenibile ed aree protette.pdf | Download Share on Facebook |
La gestione della Riserva Marina di Ustica affidata sin dal 1986 al Comune di Ustica è stata caratterizzata da un’azione di tutela attiva nel territorio- mare e da una compatibilità con la principale attività economica dell’isola ossia il turismo. A distanza di 13 anni si può ben dire che i termini si sono rovesciati: la Riserva Marina, divenuta nel frattempo il principale traino economico dell’isola, condiziona e trasforma la presenza turistica ad imporre nel medesimo tempo il raggiungimento di standard di compatibilità con l’ambiente delle diverse attività economiche dall’edilizia alla pesca, dall’agricoltura al commercio e ai servizi. Si è passato così dalla pesca subacquea alla fotografia subacquea, dall’eccessivo carico di pesca alla pesca turismo e alle imbarcazioni al servizio dei gruppi di ricerca scientifica sul mare: dalla stagione della nuova edificazione ad una preminenza del restauro e del recupero del patrimonio edilizio; da un “turismo della domenica” ad un turismo più qualificato e consapevole; dal turismo “mordi e fuggi” alle scolaresche in visita guidata presso il centro didattico della Riserva. Tutto ciò non senza contraddizioni da gestire. La preminenza e l’attenzione per la tutela e la conservazione del bene naturalistico marino, oltre ad essere un obbiettivo in sé, diventa la chiave per aprire importanti spazi e per creare importanti ricadute sul territorio dell’isola sia in termini di strutture, sia in termini di servizi, sia in termini culturali. Così facendo il turismo si trasforma e si destagionalizza imponendo benefiche trasformazioni agli stessi operatori turistici locali. Questo processo va sostenuto dotando le strutture dell’isola di idonei standard di qualità, promuovendo internazionalmente l’ecovacanza e consentendo, attraverso il potenziamento dei collegamenti marittimi e delle strutture portuali, la concreta raggiungibilità dell’isola (e quindi della riserva) per dodici mesi l’anno e non soltanto nel periodo estivo.
La Riserva di Ustica ha sviluppato negli anni le sue iniziative e i suoi numerosi servizi: ricerche scientifiche, gite scolastiche in primavera, sea watching, stage di studio e congressi scientifici internazionali, barca con fondo trasparente, acquario, centro didattico, visite guidate, centro accoglienza, mostra permanente, sevizio di accompagnamento turistico dei pescatori, laboratorio marino etc.
Occorre rendere più organico questo intervento attraverso la redazione di un Piano di sviluppo socio-compatibile (non previsto dalla 979/82 e, invece previsto dalla 394/91) e in effetti la Riserva Marina sta lavorando a un progetto sulle isole minori italiane, il PROGETTO ITACA, fondato sulla valorizzazione delle riserva esistenti sul territorio. Le riserve devono essere luoghi e fonti di progettualità per ipotesi di sviluppo che valorizzino le risorse locali, che producano ricchezza indotta e non solo semplici terminali di un finanziamento. E’ una ipotesi da costruire che potrebbe contribuire insieme a tanti altri provvedimenti, specie nella realtà del Mezzogiorno, a costruire opportunità di sviluppo sostenibile e ad affrancare le popolazioni da vecchi modelli di sviluppo assistenziali e nello stesso tempo distruttivi dell’ambiente, che tanto spazio hanno dato all’affermazione nel Sud dei poteri criminali, della mafia, della camorra. La costruzione di un vero sistema nazionale delle aree protette marine, oltre che migliorare la gestione dette aree, qualificherebbe l’Italia agli occhi dell’opinione pubblica mondiale, costituirebbe una grande attrattiva per l’ecoturismo anche attraverso la stesura e la pubblicizzazione di una “Carta-itinerario delle aree protette italiane”. E’ necessario, inoltre, un progetto che abbia, almeno, un respiro mediterraneo in grado di interloquire con le riserve marine francesi, spagnole, greche ecc.
*Sindaco di Ustica
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