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- 15 Marzo 2019 Data di creazione
- 15 Marzo 2019 Ultimo aggiornamento
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L’interesse del tutto pubblico di ricondurre ogni attività produttiva al rispetto dell’ecosistema è, per fortuna, un dato che negli ultimi anni si è trasformato in patrimonio sempre più comune.
D’altra parte, non sarebbe ipotizzabile altra condotta in materia di pesca. Le norme che impongono comportamenti responsabili, le maglie, le taglie minime, le interruzioni temporanee che in passato la stessa P.A. faceva fatica a varare, oggi, sono un dato assodato. Appena qualche anno fa, da un lato, la componente scientifica incontrava serie difficoltà a manifestare la preoccupazione per un mare sempre più malato e più sfruttato, dall'altro, i rappresentanti di categoria e la stessa Politica parevano poco interessati ad ascoltare. Alla fine prevalevano spesso gli immediati interessi economici della categoria piuttosto che l’esigenza di salvaguardia di un ecosistema particolarmente sensibile.
Per fortuna, pur non avendo perso la caratteristica di “attività produttiva”, la Pesca negli ultimi anni è stata affrontata con l’attenzione e, in alcuni casi, con il rigore che si deve a quell'elemento – il mare – da cui trae origine.
Se mi è consentito quel minimo di orgoglio che nasce dalla passione con cui certi problemi si affrontano, è alla Regione ed al Dipartimento della Pesca che rappresento, che si deve questo mutamento orizzonte.
Siamo, comunque, coscienti che il cammino che ci attende non sarà del tutto in discesa ma confidiamo molto nel ritrovato rapporto con il MIPAF e con la Commissione Europea. Va detto che in passato, specie con la Commissione, il rapporto ha rasentato la conflittualità non tanto per la mancanza di condivisione dei principi generali esposti e coincidenti con la riduzione dello sforzo di pesca e la tutela delle specie ittiche ma soprattutto per il mancato riconoscimento di quelle peculiarità tutte isolane non assimilabili a quelle altrettanto rispettabili dei paesi del nord Europa.
Ci auguriamo, per il futuro, che oltre alla ritrovato rapporto, la Commissione tenga in debito conto il costante confronto che i nostri pescatori vivono con i colleghi dei paesi frontalieri e non comunitari.
Colgo l’occasione offertami da questa Rassegna del Mare e viepiù dagli argomenti che saranno trattati per complimentarmi con gli organizzatori che hanno avuto la sensibilità e l’intuizione di porre l’accento sulle risorse “Mediterranee” . E’ al mediterraneo che bisogna fare riferimento e non solo al concetto di pesca comunitaria se vorremo vincere la sfide che ci attendono.
On. Ing. Antonino Angelo Beninati
Assessore Cooperazione, commercio, artigianato e pesca Regione Sicilia
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